Volevo andare a letto, ma il flusso di pensieri (questa sera un po' coprofilo, in verità) prende il sopravvento e non riesco a resistere a quest'ultima blog-tentazione.Parigi, venerdì mattina, a spasso per il centro.Abbiamo una guida d'eccezione, nata e cresciuta nella bassa bergamasca e ora esule volontaria nella capitale francese, ovvero la sintesi perfetta tra il nostro italianissimo provincialismo e la voglia di corteggiare la metropoli.Arrivati di fronte alla Comedie Francaise, ci illumina d'immenso: "Lo sapete come mai praticamente in tutto il mondo gli attori, prima di una performance teatrale, si augurano merda?"Giusto il tempo di percepire un coro di no, per poi lanciarsi nella spiegazione:"Nei secoli scorsi, a teatro non ci si andava con la metropolitanta; tantomeno in macchina, motorino, bicicletta o tassì, bensì a cavallo. Accadeva così che, a partire da un'oretta prima dell'inizio dello spettacolo, la piazza antistante si riempisse dei nobili quadrupedi, parcheggiati in attesa della fine della rappresentazione e che, nel giro di ben poco tempo, il selciato sottostante, si riempisse di voluminosi e odoranti escrementi equini. Più kg se ne riconoscevano, più gente era verosimile contare tra il pubblico, più ampio sarebbe stato il successo dello spettacolo e, di conseguenza dei suoi attori che, dietro le quinte, speravano di riconoscere, in lontananza, il caratteristico olezzo".
Insomma: non tutta la merda viene per nuocere.
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