Finita la prima parte delle feste natalizie, oggi è lunedì, abbiamo giusto qualche giorno per riprenderci dalle grandi mangiate e bevute tipiche del periodo. In Sicilia si sa le abbuffate durano praticamente per tutte le feste dal 24 dicembre al 6 gennaio, e quando arriva la befana qualunque prodotto alimentare inizia a stufare chiunque, magari.
Qui in Lombardia è tutto un po più contenuto, o almeno dove vivo io, anche quest’anno non sono tornata a casa a trascorrere le feste in riva al mare e al sole, ma mi sono dovuta accontentare della nebbia e sopratutto si fa per dire dello smog che attanaglia tutto il centro/nord. Per fortuna qui in Oltre Po un po di pioggerellina ogni tanto viene giù, non in grado di ripulire la città, ma almeno rinfresca l’aria e abbassa un po la polvere e il mio occhio piangione ringrazia vivamente.
In questi anni trascorsi nella provincia pavese, ho appreso le loro tradizioni, completamente diverse dalle mie, per il pranzo del 24 dicembre di magro: reginette ai funghi e baccalà fritto/ umido (mi raccomando non cercate le reginette al di fuori di questo periodo all’anno che non le trovate neanche se implorate in ginocchio il capo reparto del supermercato pagandole a prezzo dell’oro); per il giorno di natale il 25 dicembre ci si sposta sul grasso quindi sulla carne e allora: tortelli di brasato, brasato con polenta e cacciagioni varie in base alla zona e alla famiglia, tutti ottimi piatti ma non i miei piatti del cuore, mi pare scontato dirlo/scriverlo.
Per fortuna ci ha pensato mia cognata ad alzare la media degli omega 3 nella provincia pavese il giorno di natale con un menù prettamente terrone con: polpo, capesante, vongole e gamberoni, tutto favolosamente squisito.
Non so perché ma qui il pesce non attecchisce sulle tavole, passatemi il termine, al supermercato ci sono sempre le stesse cose: trota, salmone, polpo e gamberoni ogni tanto decongelati, anche in questo periodo dove il consumo dovrebbe essere altissimo. Poi quando arriva la casetta delle sarde freschissime o del latterino, restano li abbandonati, non considerata ed ecco che passo io implorando il pescivendolo di impacchettarmela cosi come si trova… delicatamente per non rovinarle, senza eviscerate (e già questo è stranissimo per questo luogo, dove mangiano sempre pesce con poche spine) e con la livrea scintillante con il ghiaccio che si scioglie sotto i mega faretti del supermercato, come le star in passerella.
Eccomi allora a preparare l’ennesimo e adorato piatto terrone, la ricetta delle polpette di pesce come se fossi in Sicilia, per assaporare i profumi della mia terra anche quando è tanto lontana, in un periodo dell’anno dove i piatti tipici riempiono le tavole giorno dopo giorno, scandendo il passare delle feste e delle ricorrenze, tra le risate della famiglia e degli amici più cari.
Poi sapete che adoro le polpette, di qualunque cosa esse siano fatte e in qualunque modo esse siano cotte, e non potevo farmi scappare questa ricettina meravigliosa, tipica ed economica, fatta, come tutte le ricette povera, di cose semplice ma con tanto gusto che profuma la casa come in una friggitoria palermitana, il profumo del finocchietto e del pesce fritto, questa visione per qualcuno potrebbe essere disgustosa ma per me e per chi sa cosa significa è la benedizione del cibo di strada siciliano, fatto di arancini, focacce, cartocciate, pesce fritto, pane e panelle, pane ca’ meusa e mille altre ricette dell’isola.
Ingredienti per 4 persone
- Per le polpette di sarde
600g sarde fresche (da pulire)
1 o 2 panini piccoli raffermi
4 cucchiai formaggio grattugiato pecorino
2 cucchiai formaggio grattugiato parmigiano
1 spicchi d’aglio italiano piccolo (facoltativo)
pangrattato integrale fine qb
latte fresco intero qb
prezzemolo fresco
sale marino iodato fine
pepe nero macinato
- Per la cottura
olio per friggere
salsa di pomodoro
zucchero semolato
peperoncino rosso
finocchietto selvatico
sale marino iodato fine
pepe nero macinato
olio evo
- Preparare le polpette di sarde
Pulite le sarde dalla testa, la coda e le lische, eliminate eventuali spine presenti. Lavatele con acqua fredda con getto delicato e disponetele in uno scolapasta o su carta da cucina ad asciugare per qualche minuto.
Trasferitele su un tagliate e con una lama affilata tritatele, scegliete voi le dimensioni che preferite: se volete distinguere i pezzi di pesce o se preferite un battuto più sottile.
Disponete su un piatto o in una scodella i panini raffermi aperti in due parti, bagnateli con latte o acqua, lasciateli ammorbidire per qualche minuto e strizzateli raccogliendo, preferibilmente la parte bianca del panini.
Raccogliete il trito di sarde e disponetelo in una scodella capiente: unite la mollica di pane, il finocchietto, il prezzemolo, l’uovo, il formaggio grattugiato, sale fine, pepe nero, l’aglio schiacciato con il premi aglio e iniziate a lavorare il composto con le mani fino ad ottenere un impasto sodo, se necessario aggiungete poche cucchiaiate di pangrattato fine.Prelevate piccole quantità di impasto e formate delle palline, cospargertele nel pangrattato uniformemente e disponetele su un piatto fino al termine degli ingredienti.
Riscaldate in una capiente padella olio per friggere abbondante, da immergere quasi del tutto le polpette di sarde, cuocetele per circa 1 minuto per lato, non preoccupatevi termineremo la cottura delle polpette nel sugo. Quando le polpette di sarde saranno dorate, disponetele su carta da cucina ad asciugare e intanto preparate il sugo.
- Preparare il sugo
Pelate l’aglio e disponetelo in una padella capiente con coperchio, insieme a olio evo e peperoncino secondo il vostro gusto, lasciatelo rosolare e dopo pochi minuti unite la salsa di pomodoro e allungatela con poca acqua e insaporite con sale pepe e zucchero, disponete le polpettine di sarde nel sugo e lasciatele cuocere a fuoco basso con il coperchio per circa 10 minuti.
Lasciate riposare le polpette di sarde per 10 minuti prima di servirle in tavola cosparse di finocchietto selvatico.
Cucina Regionale
Sicilia