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Poltronari

Creato il 04 settembre 2011 da Renzomazzetti
conte Ugolino.

conte Ugolino.

Nel leggere dell’ARPAT provinciale, che si fa in quattro per dare ad intendere che fanno tutto loro, sembra proprio che essa si sia assunta il ruolo giustificatorio per supportare la sopravvivenza della Provincia di Pisa. Gli sforzi dei conservatori del vecchio ente inutile sono costati e costano enormi cifre, perché è appurato, già da quaranta anni, che con la istituzione della Regione la Provincia è sicuramente ente inutile. Però insistono e ne inventano di sotto terra per sopravvivere: ad esempio la tassa da pagare di ben 10 euro per la caldaia come se non bastasse la cifra pagata al tecnico per la manutenzione. Non inventeranno anche di farci pagare altre 10 euro ogni volta che andiamo dal meccanico per fare il tagliando all’automobile? Così, col dire che fanno tutto a Pisa, vogliono prendere le risorse dai Comuni e dagli Imprenditori, ma, nel contempo, tolgono il personale all’ARPAT di zona lasciando intendere che hanno la volontà di chiudere la sede di San Romano; le maleodoranze tuttavia sono tornate a farsi sentire e non vengono ascoltate le proteste dei cittadini. Metto in evidenza che l’attività ARPAT di San Romano si è, nel passare degli anni, caratterizzata proprio perché ha risolto, i problemi del Comprensorio del Cuoio e delle gravi maleodoranze, irrisolvibili rispettando solamente i tassi stabiliti dalla legge, questo perché vi è stata una concertazione tra i Comuni, ARPAT e le Associazioni dei Conciatori per mantenere limiti molto più bassi di quelli stabiliti dalla Legge e per garantire così vivibilità alle popolazioni residenti e lavorare attivamente per perseguire ulteriori miglioramenti. Per tutto questo è indispensabile che l’ARPAT di San Romano non sia mantenuta solo come presenza e semplice supporto di Pisa per i controlli di Legge. Considerata la peculiarietà del Comprensorio del Cuoio, che si caratterizza per la stretta convivenza tra le attività a forte impatto ambientale con le civili abitazioni l’ARPAT di San Romano è necessario che sia riconosciuta come attività obbligatoria in quanto è anche, oltretutto, attività di Prevenzione ambientale a supporto dell’ ASL 11 in un’area altamente critica. Per questo è auspicabile un processo inverso e cioè: considerato che in tutta la provincia pisana il Comprensorio del Cuoio è un’area unica ad alto impatto ambientale, perché non trasferire nella nostra zona l’ARPAT di Pisa ed essere veramente produttivi ed economizzare così, però sul posto? Mi auguro che gli amministratori dei nostri Comuni non cadano nel tranello e non si facciano rapinare un servizio che ha dimostrato tutta la sua indispensabile utilità, chiedendo alla Regione Toscana di accogliere la volontà espressa da tutti i Consigli Comunali: la istituzione del Centro Regionale di Prevenzione e Telerilevamento ARPAT con Sede nel Comprensorio del Cuoio. Gli amministratori di altre zone hanno avuto il riconoscimento di una stabile struttura ARPAT decentrata; perché solamente a noi viene negato questo sacrosanto diritto nonostante il lavoro eccellente svolto? Oggi il sommo poeta Dante avrebbe modificato il verso rivolto a Pisa forse così: ”poltronari vampiri delle genti?”.

 

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I N F E R N O

(canto trentatreesimo, parte)

Ahi Pisa, vituperio de le genti

del bel paese là dove ‘l sì suona,

poi che i vicini a te punir son lenti,

muovasi la Capraia e la Gorgona,

e faccian siepe ad Arno in su la foce,

sì ch’elli annieghi in te ogne persona!

Che se ‘l conte Ugolino aveva voce

d’aver tradita te de la castella,

non dovei tu i figliuoi porre a tal croce.

Innocenti facea l’età novella,

novella Tebe, Uguiccione e ‘l Brigata

e li altri due che ‘l canto suso appella.

Noi passammo oltre, là ‘ve la gelata

ruvidamente un’altra gente fascia,

non volta in giù, ma tutta riversata.

Lo pianto stesso lì pianger non lascia,

e ‘l duol che truova in su li occhi rintoppo,

si volge in entro a far crescer l’ambascia;

ché le lagrime prime fanno groppo,

e sì come visiere di cristallo,

riempion sotto ‘l ciglio tutto il coppo.

E avvenga che, sì come d’un callo,

per la freddura ciascun sentimento

cessato avesse del mio viso stallo,

già mi parea sentire alquanto vento;

per ch’io:”Maestro mio, questo chi move?

Non è qua giù ogne vapore spento?”.

-Dante  Alighieri-

 

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alpolline.

alpolline.

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