Magazine Poesie

Polvere

Da Marcello89
Polvere "Le mie dita troveranno da sole i tasti nel buio della mia camera e, con una sequenza limitata di sillabe, racconteranno di una stella che ho visto collassare, mentre i miei occhi, gonfi e stanchi, non desidereranno altro che chiudersi per non dover leggere frasi che non mi sarei mai aspettato di scrivere.
Questa notte avrei voluto che tu non fossi stata qui perché, nonostante tutto, quando ti vedo ho ancora l’istinto di correrti incontro e tenerti con me, provare a non lasciarti andare più via, perdermi nel tuo profumo e in quella combinazione letale formata dai tuoi sorrisi e dai tuoi sguardi, baciare le tue guance, il tuo collo, le tue labbra, o semplicemente rimanere soli, chiusi in un abbraccio che dura un attimo ma che vale una serata intera.
Ma tu non ci sei, o meglio, sei lì seduta sul trono del tuo mondo e a me non va proprio di far da spettatore dopo essere stato più che una comparsa.
Ho sentito il tuo respiro crescere e, mentre le tue mani stringevano le mie, immaginavo quanto sarebbe stato bello rimanere per sempre così vicini tanto da poter, quasi, insinuarmi nella tua mente e anticipare le tue mosse.
Ma con te sarebbe stato comunque impossibile: l’essere scontati e prevedibili non è stato mai un difetto per noi e, proprio per questo, ho sempre cercato di regalarti qualcosa di speciale, diverso da tutto quello che chiunque altro avrebbe potuto offrirti, scrutando nei tuoi occhi i tuoi desideri, capiti o no, ma che ho tentato di realizzare per quanto mi fosse possibile.
Nel vano attendere, ascoltavo il fracasso del tempo che scorreva inesorabilmente e io, con lui, maturavo, dovendo affrontare ogni volta nuovi problemi che mi imponevano di superare i miei limiti e imparare a mascherare i miei più banali ma fastidiosi difetti.
Ma il mio “grazie” già l’hai sentito, insieme a tutte quelle parole che non ti ho mai saputo nascondere, neppure adesso, dopo che, guardandomi in faccia, mi hai urlato: “Sei polvere, qualcuno di cui posso fare a meno!”
E io conservo i miei pensieri su tutto quel che c’era ieri e che ora stringo qui.
Se li lasciassi andare so che sarebbe come lasciar andare via te.
E non vorrei anche se, ormai, per qualcuno sarai la più bella tra le stelle. Ma devo!
Mi hai spinto nuovamente sull’orlo di un precipizio di cui, però, stavolta, non ho visto il fondo e, forse, non sono caduto, poi, neanche tanto in basso. Però il mio viso non sa mentire e, quindi, vederti fuggire di nuovo non mi ha lasciato indifferente, anzi, mi ha provocato una delusione profonda sapere che, probabilmente, sarà il silenzio a mettere fine al legame più bello e profondo della mia vita.
Come si fa a vedere sincerità in una persona che non riesce a esserlo nemmeno con se stessa e che dai problemi scappa senza guardare in faccia nessuno?
Io vorrei essermi sbagliato due volte con te, credimi.
Perché quello che ora rimane della donna che sei non è quello per cui ho lottato con tutte le mie forze, quello che ha suscitato tutte le immense sensazioni che ho provato al tuo fianco, che credevo potessero attenuare lo star male che è sempre derivato dal tuo essere incoerente.
Sono presuntuoso, eh? Un imbranato, un furbo... forse in realtà solo un gran cretino che ti ha amato con tutto se stesso.
Ma che t’importa? Sei felice, è questo ciò che conta.
Io spero solo che ogni volta che le tue dita sfioreranno il suo corpo, sentirai di risposta le mie mani accarezzarti la pelle e, per una volta, la prima forse in tutta la tua vita, capirai veramente cosa vuol dire amare.
Ti ricorderai di me tra le lacrime di una sera che potrebbe non avere più lo stesso sapore."
(Tratto da "A un passo da te")

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