Studio Ghibli non è sinonimo del solo Hayao Miyazaki. Pom Poko (平成狸合戰ぽんぽこ, Heisei TanukiGassen Ponpoko) è infatti una felice dimostrazione (fra molte altre) di come lo stile-ghibli sia divenuto nel tempo (da tempo) un trademark artistico animato dai talenti di un solido quanto valido gruppo di autori.
In questo caso il protagonista, in sede di regia, è quel Isao Takahata già autore del toccante “Una tomba per le lucciole” (1988), e qui alle prese con una storia dagli ampi contorni, che, partendo dal tema ambientalista, caro a Miyazaki/Ghibli, riesce a illuminare il difficile rapporto di convivenza fra tradizione e modernità, fra mondo rurale e urbanizzazione forzata, il tutto visto con gli occhi dei piccoli orsetti tanuki (狸).
Pom Poko, terzo film di Takahata per Ghibli, è tratto dal racconto “Futago no hoshi” di Kenji Miyazawa, ma, soprattutto, è completamente imbevuto di folklore e leggende tradizionali, a partire proprio dai suoi pelosi protagonisti, i procioni locali creduti in possesso, come le volpi, di abilità magiche di trasformismo e di uno spirito giocondo e gaudente, che li porta a interagire e scherzare con gli esseri umani.
Di questo esprit quasi clownesco Takahata da ampio riscontro, rifacendosi alle storie tradizionali del suo paese, alle quali fanno da inevitabile contraltare e motore drammatico le ingerenze e intromissioni dell’uomo nella natura millenaria, nella quale ha spazio prominente il panteismo shintoista.
La guerra dei tanuki contro ruspe e bulldozer è dunque quella di un improbabile esercito animale, i cui mezzi sono la guerriglia a base di metamorfosi e tranelli (la capacità di trasformazione dei tanuki non è un mero espediente narrativo, ma la trasposizione cinematografica di una leggenda millenaria), che li rende, possibilmente, ancor più umani degli esseri umani, grazie al loro inestinguibile senso di comunità e rispetto, per il prossimo e per il mondo in cui vivono, distante anni-luce dal gretto egoismo/individualismo/consumismo che cercano di combattere, con le unghie e con i denti.
Impressionante, in questo senso, la parata notturna di yōkai, estremo tentativo dei tanuki di convincere/commuovere/impressionare gli esseri umani, nonché summa massima del mondo magico e folklorico nipponico (oni, tengu, kappa, karakasa, maneki-neko), nella quale compaiono fra l’altro anche altri personaggi Ghibli, come Kiki, Taeko (da Omohide poro poro), Totoro e l’aereo di Porco Rosso.Pom Poko è semplicemente un grandissimo capolavoro di animazione e narrazione, un vivido e colorito affresco, ricchissimo di simbologie, etica, umorismo e nostalgia, una favola stupenda, divenuta instant classic dello Studio Ghibli, giustamente osannato da critica e pubblico, per la sua inesauribile capacità di affabulare, affascinare, far riflettere e ricordare.
Tanuki do it better!