Pomeriggio malinconico di marzo.
I prati si disfano a poco a poco
della loro coltre nevosa e intanto
la sabbia precipita frettolosa
nella clessidra dell’essere
mentre nuovi colori subentrano
ai freddi grigi e al bianco-sporco
della passata stagione, che è già memoria.
Un bimbo gioca a bocce col nonno
nel cortile mentre riccioli inanellati
di fumo fuoriescono dal comignolo
e la teiera che le donne hanno approntato
nella grande cucina già gorgoglia
con la consueta allegria per chiamare
a raccolta gli abitanti della casa
per la pausa meritata dalle usate faccende.
E d'oro le ombre della sera s'approssimano.
Marianna Micheluzzi