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È buffo come da bambini si pensi che il tempo non passerà mai; poi, dal momento in cui si aggiungono i vent'anni passa svelto come il rapido per Memphis. Io credo che succeda a tutti: la vita ti scivola addosso. Di sicuro è successo a me. Un giorno ero una bambina e il giorno dopo ero una donna adulta, con il petto e i peli non dico dove. E nel frattempo non mi ero accorta di nulla. Ma io non sono mai stata troppo brava a scuola…
A volte mi domando che cosa la gente usi al posto del cervello. Pensa a quei ragazzi: hanno paura di sedersi a mangiare vicino a un negro, ma divorano le uova che escono dal culo delle galline.
Pensava di essere pronta ad accettare la necessità di lasciarla morire. Ma nessuno è mai veramente pronto a spegnere la macchina che tiene in vita la propria madre, nonostante quello che credeva di poter pensare prima. Significa spegnere la luce della propria fanciullezza e andarsene, così come si spegne una lampadina prima di uscire da una stanza.
«È naturale! È peggio dei cavalli di una giostra. Su e giù, su e giù… Per quanto riguarda il peso, mia cara, lei non ha alcuna voglia di tornare magra. Provi a dare un'occhiata a questi vecchi. Sono quasi tutti pelle e ossa. Oppure vada all'ospedale battista e visiti il reparto dei malati di cancro. A loro piacerebbe avere addosso qualche chilo in più. Lottano ogni giorno per non dimagrire. Quindi smetta di preoccuparsi del peso e ringrazi il cielo di essere sana!»
«C'è qualcos'altro che devi sempre ricordare. Ci sono persone magnifiche su questa terra, che se ne vanno in giro travestite da normali esseri umani. Non scordarlo mai, Stump, hai capito?»
Era rimasta vergine per non essere chiamata sgualdrina o puttana. Si era sposata per non essere chiamata zitella. Aveva finto gli orgasmi per non essere chiamata frigida. Aveva avuto dei figli per non essere chiamata sterile. Non era mai stata una femminista perché non voleva sentirsi dare della lesbica. Non aveva mai protestato né alzato la voce per non venire etichettata come una rompiscatole…
«Se chiudi in trappola un animale selvatico, puoi star certa che morirà, ma se lo lasci libero, nove volte su dieci tornerà a casa.»
«Perché proprio Peggy?» «Peggy o chiunque altra, ma non voglio che tu finisca solo come un cane o come il povero Smokey.» «Smokey sta benone.» «Lo so, ma starebbe molto meglio se avesse una moglie e una famiglia. Che cosa sarebbe di te se dovesse accadere qualcosa a me o a tua madre?» «Sopravvivrei. Non sono stupido.» «Lo so, sopravvivresti, ma mi piacerebbe pensare che tu avessi qualcuno da amare e di cui prenderti cura.»
Tutti e due avevano capito fin troppo bene i sentimenti dell'altro. Da quel momento in poi era cominciato per entrambi un lutto senza fine. Non che ne avessero mai parlato. Quelli che soffrono davvero non lo dicono mai.
Se sei bianco, sei stanco. Se sei scuro, sei un duro. Se sei giallo, sei un gallo. Ma se sei nero, sei più vero.