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Pompi (purtroppo) non chiude. Anzi continua a sparare sciocchezze, questa volta su Facebook

Creato il 02 gennaio 2015 da Romafaschifo
Pompi (purtroppo) non chiude. Anzi continua a sparare sciocchezze, questa volta su Facebook

Consueta grande eleganza per il bar Pompi in Via Albalonga. Quello che querela chi lo critica, quello che aveva i parcheggiatori all'esterno con tanto fratino per gestire la quarta fila di auto in sosta selvaggia che, fuori dal punto vendita, arrivava quotidianamente a bloccare il passaggio dei mezzi Ama e Atac, quello che quando qualcuno finalmente, dopo anni di calvario, decise di risistemare l'arredo urbano di quella strada per impedire fisicamente la sosta abusiva, affermò - con un filo di razzismo - che avrebbe venduto a dei cinesi in modo da fare un dispetto ai residenti.

Oggi, dopo alcuni mesi da quell'episodio che poi ovviamente si rivelò una bufala Pompi torna all'attacco e se la prende con i giornali colpevoli di aver dato credito ad una fandonia. Peccato che quella fandonia la scrisse Pompi stesso, in un cartello affisso all'interno del suo negozio di Via Albalonga. La stampa che la riprese, insomma, si inventò tutto. La solita stampa che, invece (come peraltro si fa sempre in questi casi), non cita Pompi quando Pompi fa beneficenza. E allora leggetelo questo post che campeggia, con tutti i suoi mille errori di grammatica, nella pagina Facebook del bar.


Pompi (purtroppo) non chiude. Anzi continua a sparare sciocchezze, questa volta su Facebook

Pompi (purtroppo) non chiude. Anzi continua a sparare sciocchezze, questa volta su Facebook

Pompi (purtroppo) non chiude. Anzi continua a sparare sciocchezze, questa volta su Facebook

Eleganza, appunto. La stessa eleganza che si dovrebbe avere quando si fa beneficenza: un atto che si pone in essere perché ci si crede, non per farsi pubblicità pretendendo paginate di giornale in cambio di 10mila euro versati. E invece eccolo lì l'assegnone piazzato sulla copertina della pagina Facebook. Ed eccolo lì il testo dell'invettiva contro il giornale che si è inventato (!!!) della chiusura del locale, ma che ora quando c'è da parlar bene non fa il nome del brand. Ma poi leggete fino in fondo: uno fa beneficenza per un ospedale e poi augura malanni al fegato? Tranquilli, amici di Pompi, che per far scoppiare i fegati è sufficiente mangiare tiramisù con ingredienti e lavorazione di mediocre qualità. Ogni riferimento è puramente causale, beninteso.

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