Recensione
- Bonsound
- Anno: 2015
W il Quebec, che assieme a tanti altri posti fuori dal mainstream , diventano nuovi fulcri operativi, fucine dalle quali si producono notte e giorno nuove realtà.
Il giallo caloroso e accogliente della copertina ti porta dentro quella mappa, dando libera interpretazione alla curiosità del movimento inspirata dai fratelli Guillaume e Maxime Chiasson: fondatori e membri dei Ponctuation. L’album già uscito il 28 aprile per la Bonsound (già Pierre Kwenders- Dead Obies ) merita l’attenzione per un valore davvero elevato rispetto alla media dell’anno i corso, nonostante ci si ritrovi a ottobre inoltrato. In dieci brani viene descritto proprio il percorso di quella piantina, ma senza abusare troppo di suggestioni sonore psichedeliche come sembrerebbe di primo acchito. Se infatti giudicassimo veramente da un prim’occhio non ci aspetteremo che bassissime frequenze, lo-fi e atmosfere post-mellow alla Calexico, se non Howe Gelb. Per fortuna no. Buon uso del Fuzz, melodie facilmente disinibite accompagnate da una batteria che suona gli splendidi ’50 e qualche marimba di una Casio di seconda mano paragonano quest’album a DOOKIE dei più ridenti Green Day. Una vaga e autentica nota di merito che si è rivelata fortunata, è stata l’assegnazione del Premio d’Artista emergente 2014 da parte del SiriusXM Indies, ovvero l’Award annuale di musica Indipendente giunto oramai alla sua 15ma edizione.
Sarà anche per la scelta dei testi? Si, un cubismo di parole che stratifica le sfumature pop in uno smoothie colorato, arrivando in certi picchi a un pop mellifluo: le pennate di Narcisse e Peyotl dominical almeno esaltano questo schema, mentre i traballanti tremoli di Cortisol danno un’affascinante visione surfeggiante della penisola canadese. Da notare quindi Morts et vivants che completa in un trittico l’ultima modalità d’ascolto: turbolento e occhieggiante quasi a certe ballad dei Eastern Dark (manco farlo a posta agli antipodi del globo, in Australia). In questa prima volta, dopo poche recensioni, mi sento in grado di declinarlo come un bel disco, per essere anche “Gran” potrebbe decisamente maturare, sperando che anche i continenti francofoni, come il Canada appunto possano avere la loro presenza sulle scene, senza essere solo un deposito ben strutturato dove attingere solamente a scopi propedeutici. Speriamo di ascoltarli in Italia, o magari nella vicina Francia il 12 novembre !
Tracklist:
1.Poésie Automatique
2.Narcisse
3.Cortisol
4.L’idole
5.Météo
6.Morts et vivants
7.La réalité me suffit
8.Peyotl dominical
9.Mon corps est une planète
10.Super 8
Line-up:
Gru – Guitars, Vocals
Max – Drums
Laurence Gauthier-Brown – Bass, Keyboards