Dio sa quanto manchi l’opposizione in questo Paese, come non riesca ad esprimere un progetto alternativo e sembri invece vittima di un’ipnosi liberista, ma dire che sono tutti uguali, oltre ad essere una battuta che non fa ridere, è un must della destra qualunquista del Novecento, equivale di fatto a stare dalla parte del più forte.
Non è nemmeno politica, è fisica elementare: tra due forze diseguali stare nel mezzo è un’ illusione: si finisce per essere attratti da quella più grande in un modo o nell’altro. Quindi anche se fossero davvero tutti uguali, l’unica logica che ne discende è che non bisogna dare troppa forza a una parte e contribuire a creare qualcuno più uguale degli altri. Perché questa è la strada migliore per soffocare la propria auto proclamata diversità
Ma si sa la logica non è la forza dei comici: lo stesso Grillo ammette che esiste una disparità quanto meno dei finanziamenti però non ci fa sapere cosa pensi davvero di Berlusconi e dei suoi progetti autocratici, mentre gran parte dei programmi a 5 stelle non sono che un’autoaffermazione di essere diversi, salvo poi dire le stesse cose degli altri, con la medesima genericità e prolissità.
Mi chiedo dove sia in Grillo la difesa della democrazia e delle istituzioni come possibilità di una speranza. A meno che non creda davvero che tutto questo serva a poco e tenti di spacciarci tout court il web come l’unica libertà di cui c’è bisogno. Sentirsi degli iniziati può anche andar bene se si è integri e ingenui. Ma basta però che Grillo si chieda e ci faccia sapere chi sono i soggetti economici che stanno dietro la curatela delle sue imprese in rete. E se per caso non siano proprio quei soggetti che non attacca più da tempo immemorabile.
Eh si, il giorno in cui Grillo mi dimostrerà che Pisapia e Berlusconi sono uguali, mi potrò convincere che anche lui non lo sia. E che la sua piazza virtuale dove tutti sono uguali, sia anche un’opposizione virtuosa.