Pop corn & Movies

Ci sono sostanzialmente due categorie di spettatori al cinema: quelli che adorano sbocconcellare il pop corn, curandosi di non far perdere al vicino di poltrona nemmeno un “crunch” di soddisfatta e impertinente golosità e i feticisti del silenzio assoluto – per intenderci quelli che sono costretti a mostrare il loro profilo allo schermo mentre vi guardano con due occhi a fessura e “foràggiati ancora una volta e torni a casa in quel secchiello, stupidopiteco molesto”. A onor del vero, quando negli anni ’20 cominciarono a spuntare i primi cinematografi, l’idea di consumare un alimento così disturbante a livello acustico era del tutto inconcepibile. Ma poi arrivò la grande depressione del ’29, il cinema divenne uno dei pochi prodotti culturali accessibili alle masse e il pop corn l’alimento più economico e diffuso. Tutti i venditori ambulanti si piazzarono allora all’ingresso delle sale per vendere il loro mais a buon mercato. All’inizio i proprietari dei cinematografi si rifiutarono di farli introdurre nelle sale arrivando perfino a perquisire i loro clienti e poi si arresero all’inevitabile, scoppiettante invasione. Da quel momento pop corn e cinema divennero inseparabili, lo zoccolo duro dei cinefili iniziò con le imprecazioni multicolore e con il covare vendette sanguinolente. E fu così che gli sgranocchiatori incalliti presero a scomparire inavvertitamente dentro i tombini aperti.