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Populisti e xenofobi: c’è una logica

Creato il 13 ottobre 2013 da Tafanus

Si, forse c'è una logica: quella dell'egoismo di classe... Curiosa, la vita... Lo Sfatto Quotidiano, che è stato il principale king-maker del comico-statista, scarica Grillo. E lo fa attraverso esponenti fra i più "esposti", a suo tempo, in favore di questa ultima (?) belinata della politica italiana. Da Peter Gomez a Marco Travaglio, a Fabrizio Tonello... Per la serie "Ci eravamo tanto amati":

Grillo-borghezio copia

In fondo non è sorprendente che la paranoia di Grillo superi ogni giorno se stessa: la mentalità complottista è un ingrediente essenziale dei movimenti populisti. Per evitare di essere frainteso, dirò subito che i movimenti autenticamente populisti hanno un sacco di buone cose a loro favore: nascono a causa di sofferenze reali, sono per i poveri e contro i ricchi, spesso si comportano eroicamente in battaglie disperate. Il problema è che manca loro una teoria coerente della società, sostituita da semplificazioni come “Tutti ladri!” o altre invettive, anche nei confronti di chi guarda con simpatia alle loro battaglie.
Il M5S è un movimento genuinamente populista perché incorpora molte giuste esigenze (trasparenza, dire no agli inceneritori, ridurre le spese militari….) in una analisi sbagliata: quella secondo cui la colpa di tutti i mali del Paese sarebbe la “classe politica”, per cui cacciando via i corrotti dal parlamento, dalle regioni e dai comuni l’Italia miracolosamente rifiorirebbe. Purtroppo le cose sono più complicate di così: il Cainano è ancora in politica non (solo) per i suoi soldi e le sue televisioni ma per la ben più importante ragione che alcuni milioni di italiani, evasori fiscali o approfittatori a vario titolo, vota per lui per difendere i propri interessi.
Nella mitologia di Grillo il popolo è buono per definizione e i corrotti stanno seduti su scranni di velluto rosso ma la realtà è più complicata: una parte degli elettori non sono affatto stupidi e votano Berlusconi proprio per quello che è, il difensore di appalti truccati, rapporti con la mafia e quant’altro.
Considerare il popolo come il depositario della saggezza, pronto per esercitare le meraviglie della democrazia diretta se solo ci fosse la banda larga dal Brennero fino a Pantelleria conduce poi a un altro errore, molto più grave: gli “italiani” hanno tutti i diritti, gli “stranieri” nessuno, anche quando nascono in Italia o muoiono in Italia: l’opposizione a dare la cittadinanza a chi viene alla luce qui da genitori immigrati fa il paio con l’ignobile posizione presa da Grillo e Casaleggio sul reato di clandestinità dopo Lampedusa. I migranti non sono una priorità quando “8 milioni di famiglie non hanno da mangiare”. Che i barconi portino profughi in fuga da guerre e dittature sembra non interessare i due leader del M5S.
Ci sono importanti precedenti storici per queste posizioni: i populisti americani di fine Ottocento difendevano i diritti dei contadini poveri contro lo strozzinaggio dei baroni delle ferrovie e le speculazioni dei banchieri, erano un movimento genuinamente popolare. Allo stesso tempo molti di loro erano antisemiti (contro la “cricca dei banchieri ebrei” della costa atlantica) e xenofobi (contro gli immigrati che mettevano a repentaglio la purezza etnica del popolo americano). Chi volesse verificare, non ha che da leggere il libro di Michael Kazin: The Populist Persuasion, del 1995, purtroppo mai tradotto in italiano. Senza risalire tanto lontano, l’ostilità verso gli immigrati di partiti come il Fronte Nazionale in Francia e Alba Dorata in Grecia dovrebbe far riflettere Grillo. Prima che sia troppo tardi. (Fabrizio Tonello - Il Fatto Quotidiano)

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