Giornate davvero ricche quelle che ospiterà Pordenone nella 34° edizione del festival che più di ogni altro riporta il cinema alle sue battute iniziali, quando ancora il sonoro era accompagnato da orchestre sontuose o da un semplice pianista che improvvisava la colonna sonora della pellicola in sala. Stiamo parlando del Pordenone Silent Film Festival (conosciuto in Italia come Le giornate del cinema muto), manifestazione che partirà il 3 ottobre e si concluderà l’11 dello stesso mese.
Quest’anno il film d’apertura del festival, dedicato a Jean Darling (l’ultima attrice simbolo del muto recentemente scomparsa all’eta di 93 anni), sarà Maciste Alpino, film del 1916 di Luigi Maggi e Luigi Romano
Borgnetto che racconta le terribili vicende della prima guerra mondiale, nelle quali il battaglione di Pastrone assiste a uno dei più tragici e letali combattimenti del 1914-18 (la cosiddetta “Guerra Bianca”), in cui gli austro-ungarici e gli italiani si trovarono a dover combattersi in nome del loro paese. Il film sarà preceduto da Romeo und Julia im Schnee (Romeo e Giulietta sulla neve), riadattamento dell’opera shakespeariana con qualche cambiamento sia nell’ambientazione (la pellicola si concentra in un villaggio innevato della Foresta Nera) sia nel tono, avvicinandosi a una commedia.L’altro protagonista delle Giornate sarà il regista Premio Oscar Victor Fleming (Via col vento). Due saranno i film in rassegna sull’autore americano, con The Mollycoddle (Un pulcino nella stoppa) e Mantrap (Tranello). Il primo tratta le vicende di Richard Marshall V, che, innamoratosi di Virginia Hale, decide di seguirla intrufolandosi nella barca del ricco contrabbandiere di diamanti Henry Van Holkar, che vuole a tutti i costi conquistare il cuore della donna. Il secondo invece racconta la storia di Ralph Prescott, avvocato divorzista, e di Woodbury presso il campeggio della città canadese. Lì incontrano Alverna, una manicure proveniente da Minneapolis, e da lì in poi quella vacanza tranquilla che avevano sognato non sarà più la stessa.Un altro evento da non perdere è l’omaggio che il festival rende a Leopoldo Fregoli, attore in grado nello stesso spettacolo di cambiare ruoli in pochissimo tempo, incarnando personaggi gli uni diversi dagli altri, truccandosi e cambiandosi i vestiti in men che non si dica. Ospite d’onore, Arturo Brachetti (il trasformista più famoso al mondo e degno erede dell’attore appena citato), che presenterà direttamente al Teatro Verdi Leopoldo Fregoli e il Fregoligraph, le proiezioni che lui stesso usava negli spettacoli grazie al Cinématographe che i Fratelli Lumiere gli avevano fornito dopo l’incontro avvenuto verso la fine del 1897.
I Miserabili di Victor Hugo può essere definito
uno dei romanzi più famosi e rappresentativi dell’800. Molte sono state le trasposizioni cinematografiche, ma l’edizione del 1925 del regista Henri Fescourt può essere definita la più completa, visto che all’uscita in sala contava ben sette ore di girato. Un film che racconta nel dettaglio le vicende del galeotto Jean Valjean, condannato ai lavori forzati per aver rubato un pezzo di pane per saziare la povera sorella in difficoltà. Scappando dalla prigione, viene salvato da un cardinale che, grazie al suo aiuto, lo rende un uomo nuovo, lontano da quello che è stato in passato. Quel passato sarà difficile da nascondere dal momento che Javert, guardia carceraria e successivamente ispettore, non smetterà mai di cercarlo. Il festival proporrà l’intero film in una maratona divisa in quattro parti: Jean Valjean (118’); Fantine (97’); Marius (97’) e L’epopea di rue Saint Denis (85’).Non manca la parte inerente alla commedia in stile slapstick, grazie al ritrovamento del secondo rullo di The Battle of The Century del duo comico Stan Laurel e Oliver Hardy (in Italia conosciuti come Stanlio e Ollio). Di questo film era rimasto solo parte del primo blocco (di 12 minuti circa), mentre il rimanente era fino ad ora andato perduto. Con la scoperta dell’intera sequenza successiva, ora è possibile vedere il capolavoro restaurato di circa 18 minuti, nonostante manchino all’appello alcuni frammenti del primo blocco. Ultimo ma non per importanza, è la serata di chiusura, dove verrà proiettato un altro film tratto da un romanzo più volte riadattato: Il fantasma dell’opera, pellicola diretta da Rupert Julian e Edward Segdwick nel 1925 e che per la prima volta viene mostrata sul grande schermo la storia complessa e incredibile di Erik e Christine.
Oltre a Brachetti, ci saranno altri due ospiti d’eccezione: John Landis, regista di capolavori come “The Blues Brothers” e “Animal House” e del videoclip di Micheal Jackson “Thriller”; e Richard Williams, direttore d’animazione di “Chi ha incastrato Roger Rabbit” diretto da Robert Zemeckis e vincitore di quattro premi Oscar com Miglior montaggio, Migliori effetti speciali, Migliori effetti sonori e l’Oscar speciale a Williams per la direzione delle animazioni, oltre a essere stato disegnatore delle sequenze iniziali e finali dei primi film sulla Pantera Rosa (“La Pantera Rosa colpisce ancora” e “La Pantera Rosa sfida l’ispettore Clouseau”).
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