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Porta Pia e Via Nomentana. Il delirio di sosta selvaggia e sotto un parking abbandonato da centinaia di posti
Creato il 02 dicembre 2013 da RomafaschifoPer chi è costretto a percorrere in auto o con i mezzi pubblici la Nomentana in direzione centro ogni mattina sa che all’altezza di Porta Pia troverà quotidianamente un vero e proprio delirio. Lo situazione non è poi così diversa da quelle riscontrabili in tante altre parti della città, di una città afflitta dall’atavico problema del traffico, alimentato dalla doppia e tripla fila. Poi, sulla Nomentana ci sono anche le macchine che si arrampicano, quasi sempre facendola franca, sui marciapiedi che dividono la carreggiata centrale dalle corsie laterali. Il romano è rassegnato e lo sa. Sa che, proseguendo sulle preferenziali borchiate, a bordo del Novanta “express”, una volta superato in orario di punta il vergognoso intoppo quotidiano causato da una scuola privata chiamata Marymount al quale pare non si voglia proprio porre rimedio, proseguendo a rilento tra un semaforo e l’altro, andrà ad imbattersi nell’immancabile tappo di Porta Pia, dove la presenza di tanti uffici, tra cui il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, genera il delirio quotidiano della ricerca di parcheggio. Divieti di sosta violati, parcheggi creativi, doppia e tripla fila, automobili quasi attaccate l’una con l’altra e la tentazione di cercarsi parcheggio sugli alberi. Ma sotto a questo delirio, dal 1968 esisterebbe una soluzione, della quale abbiamo più volte parlato dalle pagine di questo blog, e della quale si sono interessate, senza smuovere assolutamente nulla, anche trasmissioni molto seguite come “Striscia la Notizia”. Parliamo dell’ormai mitologico parcheggio di Porta Pia. Si sono dette centinaia di cose su questo parcheggio, capace di accogliere 500, 600 posti auto. Addirittura c’è chi giura che ne possa ospitare 750. Un parcheggio esistente, inutilizzato, peraltro a poche centinaia di metri da una stazione metro! Ai lati della piazza noti le discenderie, ricettacolo di sporcizia e degrado, casa improvvisata di diseredati che vi soggiornano da tempo immemore preferendo accamparsi negli scaloni presenti dal lato opposto al Ministero. Questo parcheggio, per chi non lo sapesse, esiste dal 1968 (è visibile anche una targa dell’epoca a testimonianza) e rientrava nell’insieme di lavori che hanno compreso, all’epoca, il sottovia di Corso d’Italia e il megaparking gemello del Galoppatoio. Ma da allora ad oggi, per motivi che sfuggono all’umana comprensione, non è stato mai aperto. L’area è di proprietà demaniale, la gestione da sempre è del Comune di Roma che ne utilizza una parte minima, avendovi creato un deposito di transenne (sic.) e cartelli stradali che la Municipale utilizza al bisogno nel caso di interventi urgenti nei sottovia del Muro Torto. Tutto il resto è lasciato inspiegabilmente all’abbandono. Abbiamo fatto un giro, abbiamo provato ad accedervi ed abbiamo anche parlando con alcuni storici negozianti della piazza avendo conferma, qualora ve ne fosse stato bisogno, che il resto del parcheggio è vuoto e che con pochissimi soldi si potrebbero ripulire le rampe d’accesso, aprirlo ed alleggerire di molto la situazione surreale e di degrado in cui si è da sempre lasciata la Piazza. Basterebbero, a loro dire, pochi mesi di lavoro e, magari, affidandolo con regolare bando ad una ditta specializzata, ricavare a costo zero un restyling della Piazza (sul modello di Piazza Cavour per intenderci) ed addirittura liquidità per le dissestate Casse Comunali con i canoni di locazione o di concessione. Insomma: via le auto dalla superficie stradale, benvenute nel sottosuolo. Ovviamente non più a ufo, ma a pagamento.
L’ultima notizia riguardo questo ennesimo spreco di una città incapace di risolvere i problemi e di generar profitti, è di un interessamento diretto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che vorrebbe crearci un piccolo parcheggio per i propri dipendenti, soluzione inutile e pasticciata. Ipotesi questa ventilata in epoca Alemanniana. Chiediamo dunque con forza, ed ancora una volta, al Sindaco e a tutti gli attori preposti, di risolvere una volta per tutte la questione con la determinazione ed il piglio che un amministratore serio dovrebbe avere a tutela della città che amministra.
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