Le prime conseguenze della legge contro il finanziamento pubblico ai partiti, dovuta al populismo, le abbiamo sotto gli occhi. Qui, proprio qui. Avete notato il quasi silenzio delle segreterie? Dei direttivi? Delle assemblee? Una crisi politica come questa non ha precedenti nella nostra storia, ma il fermento che c’è è gestito in prima persona dai consiglieri. Perché? Perché sono loro che finanziano con una parte del loro stipendio le casse dei partiti. Meno sono i consiglieri e quindi meno sono i soldi, e più questi hanno forza all’interno del loro schieramento politico. Il pagamento dell’affitto della sede e di qualche impiegato dipende da loro. Il PD è l’esempio lampante. I tre moschettieri dettano legge. La stessa identità del partito (Centoz? Donzel?) si è diluita a tal punto che la componente originaria, quella del PD – centrosinistra, ha perso il suo sapore. Oggi, che differenza c’è fra la Sinistra radicale e il PD valdostano? Donzel ha riunito la Sinistra e, grazie anche ai voti di Rifondazione, ha riconfermato i tre consiglieri, di cui uno non iscritto. Diciamo che la sua operazione è stata un successo, ma oggi la sua posizione che di fatto lo mette in uno stato di soggezione nei confronti dei più numericamente forti UVP e Alpe, è ancora spendibile? Una legislatura fa, sempre lo stesso Donzel, anelava l’ingresso nella Giunta Rollandin: un errore, perché sarebbe entrato in una Giunta molto forte e avrebbe avuto un ruolo marginale da servo come in passato. Oggi, che la Giunta è debole e che al Governo c’è un Premier del PD (il più votato dai valdostani alle primarie), commette l’errore contrario. La maggioranza ha aperto le porte, Rollandin si è detto disposto a farsi da parte… vince il primo che entra. Spero che non sia Dino.