Porte Aperte negli Spazi del Lavoro

Gli spazi del Lavoro.

Visti da occhi diversi, in tempi e contesti diversi, essi diventano teatri di produzione, di progettazione, di fatica, di conflitti; in bilico fra relazione e alienazione, fra l'essere luogo e non-luogo, se facciamo nostra la visione dell'etnoantropologo Marc Augè.

Scenari in qualche modo indeterminati, i cui legami con il territorio e con i cittadini sono di mutua dipendenza, non sempre ideali.

Eppure, fabbriche e padiglioni manifatturieri custodiscono una parte preziosa della nostra Storia industriale, dai primi contributi italiani in campo tecnico fino all'incontro con le ultime frontiere scientifiche…

Un ruolo importante, una ricchezza di cui ad esempio si sono fatti portavoce il quotidiano Venezie Post e la Fondazione Nordest promuovendo l'iniziativa OpenFactory, durante la quale il 29 novembre scorso numerosi "luoghi del fare" del Triveneto (tra cui il Porto di Venezia) hanno aperto le proprie porte a eventi di divulgazione, dibattiti, dimostrazioni, aperitivi e degustazioni, in una vera e propria operazione di "turismo culturale" mirante a rinsaldare i legami tra le imprese e la realtà circostante.

Il pubblico sembra aver accolto favorevolmente l'offerta, partecipando con un entusiasmo testimoniato dall'alto numero di visite ricevute dalle aziende aderenti al progetto, alcune delle quali solitamente inaccessibili per i non addetti ai lavori.

Un approccio diverso, una vita "parallela e "alternativa" per degli ambienti comunemente percepiti come "impersonali" e "monodimensionali".

Un'attiva ricerca di nuove identità e potenzialità.

Una trasformazione da "non-lieu" opaco e passivizzante a luogo di incontro e confronto.

E forse, considerando le difficoltà e le sfide che il momento ci impone, anche un'occasione per favorire nuove sinergie: chissà che le porte spalancate non possano diventare il simbolo di un'apertura più profonda, di una maggiore disponibilità al dialogo e alla solidarietà; affinché l'Innovazione possa davvero fare rima con Condivisione.

Andrea Torti