Addio petrolchimica a Portotorres
Porto Torres, dopo l’effettiva chiusura degli impianti petrolchimici, resta comunque il grande impatto ambientale che oltre 4o anni di industria chimica hanno prodotto nel territorio, oggi i deputati Melis, Calvisi, Fadda, Marrocu, Parisi, Pes, Schirru e Soro, hanno presentato ai ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente l’interrogazione che sotto riportiamo.
- Con la fermata in corso dell’impianto craking e, a cascata, di quelli di Politene Hd e Aromatici, lo stabilimento Vinyls di Porto Torres è attualmente chiuso; per altro gli impianti dei cloroderivati della Vinils sono fermi da oltre 2 anni con prospettive industriali praticamente imprevedibili (e probabilmente, a giudicare dalle notizie di questi giorni, inesistenti);
- negli ultimi mesi si è prospettata, anche con accordi sottoscritti dai soggetti istituzionali del territorio, l’ipotesi dell’insediamento nella area di Porto Torres della cosiddetta “chimica verde”, con la produzione di oli lubrificanti vegetali, la costruzione ex novo di un impianto di bioplastiche e quello di una centrale termica alimentata da biomasse prodotti in loco (tutte ipotesi da verificare, per altro, ivi compresi i tempi di attuazione dei programmi, che in ogni caso ad oggi si prevedono almeno di 2 anni per realizzare la sola prima parte del progetto);
- con la richiamata fermata del petrolchimico, pure volendo dare credito alla prospettiva della “chimica verde” (che a regime per altro non garantirebbe comunque la ricollocazione per tutti i lavoratori precedentemente occupati, in particolare di quelli dell’indotto pari a 650 unità) il Nord Sardegna si troverà a gestire nel brevissimo periodo una crisi economico sociale di gravissima entità;
- le bonifiche ambientali, con l’investimento dei primi 530 milioni di euro previsti dall’accordo sindacale con ENI del 19 Ottobre 2009 rappresentano in questo contesto drammatico una occasione unica di occupazione (sebbene si debba rilevare che i 530 milioni citati quantificano soltanto una parte dell’intera somma necessaria per completare totalmente la messa in sicurezza d’emergenza dell’intero sito di Porto Torres: calcoli della stessa Eni suggerivano pochi anni fa la cifra di 1,5 miliardi in totale);
- allo stato attuale si ha notizia di 13 progetti, il cui iter preparatorio dovrebbe concludersi nel più breve tempo possibile, sia per dar luogo al necessario ripristino ambientale, atto dovuto al territorio e premessa del nuovo insediamento della “chimica verde”, sia per dare risposte occupazionali immediate alle aziende e alla domanda di lavoro locale;
- quali informazioni possano fornire i Ministri circa tempi e modalità delle bonifiche previste nel citato accordo 19 ottobre 2009;
- se, data la drammatica situazione occupazionale nel territorio di Porto Torres, non ritengano i Ministri necessario intervenire, con l’autorità che deriva al Governo dall’essere maggiore azionista dell’ENI, presso l’ente petrolifero per ottenere:
1) di accelerare i tempi di inizio delle bonifiche ambientali nell’area, indicandone finalmente modalità e date precise;
2) di privilegiare, nelle gare d’appalto relative alle bonifiche, quelle aziende che, già da tempo presenti nel territorio, offrono perciò, proprio in base alla loro attività pregressa, serie garanzie di professionalità, e che dispongono di autorizzazioni, certificazioni e mezzi idonei a garantire il pronto e efficace svolgimento dei lavori;
3) di garantire nelle varie fasi dei lavori, in appalto e eventualmente in subappalto, specificamente quelle maestranze che fossero già precedentemente occupate nell’area, e ciò per non vanificare l’indiscusso patrimonio di professionalità dei lavoratori espulsi recentemente dal petrolchimico in seguito alla cessazione delle attività, ivi comprese le maestranze della Vinyls (qualora la vertenza in atto, come da premessa, non andasse a buon esito) e comunque quelle dell’indotto;
4) di monitorare,d’intesa con istituzioni locali e sindacati,l’esecuzione dei lavori di bonifica, con l’adozione immediata di provvedimenti ad hoc per l’area del petrolchimico e la ricollocazione di tutte le maestranze, indotto compreso, sia sulla “chimica verde” che sulle bonifiche, eventualmente anche con l’adozione di provvedimenti ad hoc per l’area del Nord Sardegna.
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