Seppur i dati europei siano stati negli ultimi mesi in leggero recupero e quelli americani assolutamente in salute e pro-crescita, bisogna anche pensare che prima o poi il ciclo economico partito nel 2009, ormai raggiunto al suo sesto anno, rischia di subire un peggioramento che porterebbe ad una nuova fase di contrazione dell’economia mondiale.
Eppure c’è chi sostiene che finchè ci sarà ancora la liquidità delle banche centrali, questo scenario appare poco probabile. Va ricordato che se è vero che la BCE ha iniziato solo a marzo di quest’anno il suo piano di aiuti monetari non convenzionali, la Fed americana ha già interrotto il suo sostegno lo scorso ottobre 2014 e ora si dovrebbe apprestare ad alzare i tassi di interesse, come segno della ritrovata crescita economica. Tuttavia, se anche la congiuntura americana dovesse peggiorare, allora la stessa Fed potrebbe rimandare di qualche mese il tanto decantato rialzo dei tassi. E cosi a ben guardare l’andamento del grafico dell’indice azionario americano dow jones transportation (indice settore dei trasporti) sembra evidente che tra la fine del 2014 ed i primi mesi del 2015, l’indice rappresentativo dei trasporti abbia già girato al ribasso. Al momento potrebbe trattarsi ancora di correzione di un trend al rialzo molto forte e solo il ritorno dei prezzi sotto l’area dei 7.800 punti anticiperebbe con buona probabilità il peggioramento economico.Del resto si sa, se in economia si riducono i trasporti vuol dire che vengono meno gli scambi e di conseguenza anche le vendite ed i profitti delle aziende scendono, aprendo così la strada alla contrazione economica. Anche le borse mondiali hanno già avviato una fase correttiva, soprattutto nella zona euro per il ritorno del rischio default della Grecia ed una sua possibile uscita dall’euro. Se questo evento dovesse veramente concretizzarsi allora appare probabile il contagio sugli altri paesi e un peggioramento economico-finanziario. Non resta che attendere gli sviluppi e con la consapevolezza che la prudenza è doverosa.