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Possibili piramidi al polo sud? fotografie intriganti in antartide
Creato il 03 marzo 2014 da DariosumerSe osserviamo le civiltà che hanno popolato il nostro pianeta fin dalla notte dei tempi, la forma piramidale dei monumenti sembra essere quella più apprezzata dagli antichi costruttori e, allo stesso tempo, la più enigmatica.
La piramide è stata utilizzata come tipologia in architettura soprattutto in Egitto e da alcune civiltà precolombiane nell’America centrale. Eppure, diversi archeologi contemporanei continuano a scoprire edifici monumentali di forma piramidale in ogni angolo del pianeta.
In tal senso, la scoperta più recente è quella eseguita da Danny Hilman, geologo senior del Centro Indonesiano per la Ricerca geotecnica e titolare di un dottorato di ricerca presso l’Istituto di Tecnologia della California.
Il team guidato da Hilman sta lavorando sul sito di Ganung Padang, una collina nascosta tra i vulcani indonesiani e che potrebbe essere il monumento più antico mai scoperto. Il ricercatore, infatti, ritiene che le strutture visibili sulla collina facciano parte di una piramide che potrebbe risalire a più di 9 mila anni fa.
L’anno prima, nell’agosto del 2012, l’archeologa amatoriale Angela Micol ha annunciato di aver individuato alcune piramidi sconosciute attraverso le fotografie satellitari di Google Earth.
Secondo la ricercatrice, le strutture visibili dall’alto farebbero impallidire le tre piramidi della Piana di Giza. A quanto pare, alcune conferme sarebbero arrivate da una spedizione preliminare inviata alle coordinate della scoperta, dove è stata rilevata l’esistenza di cavità e pozzi. Inoltre, è emerso che queste formazioni sono etichettate come ‘piramidi’ su diverse mappe dell’antichità.
Ma la vera sorpresa potrebbe arrivare da alcune immagini scattate da un gruppo di esploratori impegnati nella scalata del Massiccio Vinson, la montagna più alta dell’Antartide, situata a circa 1.200 km dal polo sud. La montagna è lunga circa 21 km e larga circa 13. Si trova all’interno della catena del Sentinel Range.
L’immagine è stata scattata l’1 dicembre 2010. Sul fondo si erge quella che a detta di alcuni osservatori sembra essere una piramide di origine non naturale. La curiosa formazione si trova in una zona interna a circa 18 km dalla costa antartica.
Nella stessa spedizione è stata scattata un’altra immagine nella quale si vedono due strutture a forma di piramide nei pressi della costa.
Sono formazioni montuose particolarmente precise scolpite dalla natura, oppure potrebbe trattarsi di altri monumenti costruiti dalla mani di antichi uomini?
Abbiamo cercato le immagini satellitari su Google Maps, ma l’area geografica dove sono state individuate le ‘piramidi’ risulta non accessibile: non si capisce se la zona non sia stata coperta dai satelliti, oppure se sia stata censurata deliberatamente (c’è sempre qualche teorico del complotto tra noi!).
Visualizza Antartide in una mappa di dimensioni maggiori
Una piramide a gradoni al Polo Sud
Ma le foto scattate dagli esploratori non sono le uniche immagini a fornire indizi sull’esistenza di piramidi sotto i ghiacci del Polo Sud. Tra i ghiacci sterminati dell’Antartide esiste la Princess Elisabeth Station, una base di ricerca scientifica belga entrata in servizio nel 2009.
Renè Robert, un fotografo esploratore francese, ha scattato alcune immagini nei pressi della base davvero intriganti. Nelle foto si può vedere un struttura simile ad una piramide a gradoni, proprio a ridosso della stazione di ricerca.
Di cosa si tratta? Una semplice formazione naturale prodotta da una bizzarra erosione della roccia? Oppure è la prova più evidente dell’esistenza di un’antica civiltà antartica scomparsa in tempi remoti?
Per osservare le immagini potete utilizzare Google Maps alle coordinate -71.95207, 23.346891 e attivare la funzione “Foto”. In alternativo potete cercare le immagini scattate da Robert sulla sua pagina di Panoramio.
Le formazioni sono parzialmente coperte di neve ed è oggettivamente difficile stabilire se si tratti di montagne particolarmente squadrate e simmetriche, oppure di vere e proprie piramidi.
Ma se le formazioni dovessero rivelarsi di origine artificiale, significherebbe che in un tempo remoto il continente antartico ospitava una civiltà complessa quanto quella che ha realizzato le piramidi di Giza e che la coltre di ghiaccio del Polo Sud potrebbe custodire le antiche vestigia di una civiltà perduta.
Naturalmente, l’ipotetica costruzione di tali piramidi risalirebbe ad un periodo geologico nel quale l’Antartide era completamente privo di ghiacci. In tal caso, bisognerebbe riscrivere tutta la storia dell’umanità, dato che una scoperta del genere porterebbe indietro le lancette della storia di molte migliaia di anni, almeno al periodo in cui non vi erano ghiacci al Polo Sud.
Un Antartide tropicale estremamente antico
La scienza non esclude che in passato l’Antartide possa essere stato un luogo dal clima temperato. Secondo uno studio pubblicato su Nature, di cui dà conto il sito web della Bbc, circa 53 milioni di anni fa sulle coste dell’Antartide cresceva una rigogliosa vegetazione tipicamente tropicale. A provarlo sono i resti di pollini e spore recuperati dagli autori della ricerca nel corso di trivellazioni sul posto.
Lo studio indica anche che in quell’epoca geologica in Antartide le temperature superavano i 10 gradi, mentre in estate potevano raggiungere i 25 gradi. Il motivo di tale innalzamento delle temperature non è stato ancora del tutto identificato, probabilmente si è trattato di un’azione congiunta di vari fattori, innescata da potenti eruzioni vulcaniche e dalla diversa circolazione delle correnti oceaniche.
La teoria dello Slittamento Polare è l’ipotesi secondo la quale gli assi di rotazione di un pianeta non sono sempre stati nella stessa posizione di quella attuale o che non vi rimarranno in futuro.
In altre parole che i poli fisici di un pianeta si sono, o saranno, spostati. Questo fenomeno è quasi sempre legata al contesto della Terra, ma anche altri corpi del Sistema Solare potrebbero aver subito un riorientamento assiale durante la loro esistenza.
Gli effetti di uno slittamento influiscono sui principali cambiamenti climatici della maggior parte della Terra, come aree che prima formavano la zona equatoriale possono divenire più miti, e aree che prima avevano un clima più temperato possono invece divenire regioni o più equatoriali o più artiche.
15 mila anni fa Antartide senza ghiacci?
Secondo uno studio dei ricercatori della scuola politecnica federale di Losanna pubblicato sulla rivista “Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology“, l’ultima era glaciale si sarebbe conclusa circa 14.500 anni fa.
Lo studio rivela che l’Europa si sarebbe riscaldata di 5 gradi centigradi e che lo scioglimento dei ghiacciai avrebbe liberato in atmosfera ossido di azoto, accelerando a sua volta il processo. I ricercatori affermano che la maggior parte della sostanza sarebbe stata sprigionata dalle piante che cominciavano a prosperare proprio nelle aree appena riscaldate.
Uno slittamento polare avvenuto 14.500 anni fa, avrebbe potuto spedire l’Antartico nell’attuale posizione polare, generando un repentino congelamento di tutto ciò che vi era sopra?
L’unica cosa certa è che questa transizione è avvenuta in coincidenza di una delle solite crisi inspiegate, tanto grave da costituire lo spartiacque fra due ere geologiche, il Pleistocene e l’Olocene.
L’era pleistocenica giunge al suo termine, segnato da un imponente risveglio dell’attività vulcanica, da terremoti spaventosi, testimoniati dal crollo delle volte nella maggior parte delle caverne del mondo, e da immani alluvioni, che travolgono milioni di animali.
In tutto il mondo ci sono testimonianze di ecatombi agghiaccianti. Come spiegare questa transizione traumatica? Le teorie che cercano di spiegare la causa di uno slittamento polare sono molteplici:
- un asteroide o una cometa velocissimi che colpiscono la Terra con un tale angolo di impatto che la litosfera si muove indipendentemente dal mantello terrestre;
- un asteroide o una cometa velocissimi che colpiscono la Terra con un angolo di impatto in grado di spostare gli assi dell’intero pianeta;
Una cometa è caduta sul nostro pianeta 12,9 mila anni fa
- un oggetto celeste di magnetismo insolito che passa sufficientemente vicino alla Terra da riorientare temporaneamente il campo magnetico, trascinando la litosfera verso un nuovo asse di rotazione.
Eventualmente il campo magnetico del sole ridetermina di nuovo quello originario della Terra, una volta che il corpo celeste ritorna a una distanza dalla quale non è più in grado di influenzare la Terra;
- una perturbazione della topografia dello strato di confine tra nucleo e mantello, forse indotta dalla diversa rotazione del nucleo e dallo slittamento del vettore di rotazione assiale, comanda la ridistribuzione della massa dello strato di confine;
- la ridistribuzione della massa nel mantello a causa di valanghe di mantello o altre deformazioni.
Correlazione con le Piramidi di Giza
Secondo alcuni ricercatori, la lettura astronomica della posizione delle Piramidi di Giza fornirebbe un ulteriore riferimento a datazioni che superano i 10 mila anni. La Teoria della Correlazione di Robert Bauval e Adrian Gilbert, afferma che la costruzione delle Piramidi di Giza sarebbe avvenuta in un periodo anteriore al 10.500 a.C.
I due ricercatori hanno scoperto che la posizione delle tre principali piramidi della necropoli di Giza corrisponda alla configurazione astronomica del cielo visibile nel decimo millennio avanti cristo. Le tre piramidi richiamano le tre stelle della cintura della Costellazione di Orione. Secondo gli autori, questa correlazione fu volontariamente creata da chi costruì le piramidi di Giza.
Il riferimento alla data di 12.500 anni fa è significativo per Hancock, dato che la posizione delle piramidi indicherebbe il momento preciso in cui una civiltà avanzata precedente alla nostra ha visto il suo tramonto a causa di un cataclisma globale.
Nel suo libro Impronte degli Dei, Graham Hancock ha trovato delle piste di riflessione che conducono tutte verso un punto preciso. Secondo Hancock, le Piramidi sono state costruite in ogni cultura del pianeta e i loro monumenti contengono configurazioni astronomiche più o meno evidenti.
In questo saggio di ampio respiro Graham Hancock tenta di mettere ordine nel caos della preistoria del genere umano.
Partendo da antiche testimonianze di numerose popolazioni e mettendoli a confronto da un lato con i miti e le leggende universali, dall’altro con lo studio di mappe risalenti a tempi remoti, lo studioso ipotizza l’esistenza di un popolo dotato di un’intelligenza superiore, in possesso di sofisticate tecnologie e dettagliate conoscenze scientifiche, le cui “impronte”, però, vennero del tutto cancellate da una catastrofe d’immani proporzioni. (Fonte:ilnavigatorecurioso.it)
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