Magazine Diario personale

Post di servizio – bando restauratori

Da Chiara Lorenzetti

Il mio post è un post di denuncia. Ne ho già scritti altri in questi anni.
Sono restauratrice, lavoro da 25 anni con regolare partita Iva, tasse assolte, Inail, Inps, tassa rifiuti. Per scelta lavoro prevalentemente per privati, perché essendo mamma, ciò mi permette maggiore autonomia.

Attualmente non esiste un albo di restauratori e si accede ai lavori sotto tutela della Soprintendenza per crediti presso la stessa, operati con un lavoro continuativo. Ciò avviene poi solo in superficie, perché come si sa, molto spesso i lavori vengono dati in subappalto e a ditte che operano ribassi fino al 80%! (che non è certo sinonimo di garanzia)
Il Mibac, Ministero dei beni culturali, sta tentando di risolvere la mancanza di un albo con una bando a compilazione online: chi ha più punti entra di diritto nella rosa dei RESTAURATORI, chi meno in quella dei COLLABORATORI RESTAURATORI, chi non ne ha, è fuori.
Come si ottengono i punti? Aver frequentato certe scuole dà punteggio, altre meno; aver lavorato con continuità per lo stato dà punti, aver lavorato meno, meno.
E come si dimostra di avere questi punti? Con la carta, documentando virgola per virgola ogni lavoro fatto, ogni ora dedicata allo studio, ricercando bandi, contratti, esiti di lavoro, datori di lavoro, collaboratori, appalti, soprintendenti con cui si ha avuto contatto dalla notte dei tempi a 5 anni fa ( o giù di lì).
Come potete immaginare la mole di lavoro e per il restauratore e per tutto l’indotto e per chi dovrà controllare tutto il materiale è FOLLE! Documenti persi, documenti che non si sanno dove mettere, documenti scannerizzati, fotografati, in formato jpg, doc, pdf, immagini, carte di identità, selezione dei pezzi restaurati.
Un bando che è stato emanato 10 anni fa, poi bloccato ad un giorno della chiusura, rinnovato l’anno scorso, poi bloccato, fatto superare da un altro ora in atto. Il Mibac non risponde alle mail, se risponde risponde scorrettamente, in corsa stanno modificando l’inserimento dei documenti, chi ha già inviato si trova svantaggiato a chi invia ora.

Tutto questo mentre l’italia va a pezzi. Un’intera categoria di lavoratori sta passando le proprie ore ad elemosinare carta e a fare conteggi per arrivare ai benedetti/maledetti 300 punti. Se aveste il tempo di seguire il delirio nei gruppi Facebook di restauratori, le ore della notte, quelle passate a scambiarsi consigli, informazioni, delusioni…capireste che uno stato che fa questo torto ai propri lavoratori è uno stato morto.

Detto questo, io il bando non lo aprirò.

Chiara 


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