Una selezione ragionata delle notizie di oggi su media, giornalismi e comunicazione da non perdere.
- Social Media Marketing de Noantri — Poco meno di un mese fa viene pubblicata all’interno di diversi gruppi di specialisti su Facebook un annuncio, il cui italiano sgrammaticato lasciava già intuire la serietà della proposta, in cui si ricerca un social media manager per pagina Facebook con 2 milioni di fan. Capita che un mio contatto risponda e, sbalordito dalla proposta, me la giri. Nella sostanza si propone [copio-incollo uno stralcio della mail]: Si tratterà di un contratto mensile e la cifra non sarà fissa, varierà a seconda delle visite che riuscirai a portare gestendo la pagina Facebook di XYZ. Per spiegarti meglio, ti scriviamo qui sotto una tabella esplicativa nella quale vengono evidenziati i numeri e la revenue mensile conseguente. Ad esempio:
- fino a 15.000 click di media giornalieri in uscita: 200 euro al mese
- fino a 35.000 click di media giornalieri in uscita: 300 euro al mese
- fino a 50.000 click di media giornalieri in uscita: 400 euro al mese
- fino a 70.000 click di media giornalieri in uscita: 650 euro al mese
- fino a 90.000 click di media giornalieri in uscita: 850 euro al mese
- fino a 150.000 click di media giornalieri in uscita: 1100 euro al mese
- fino a 250.000 click di media giornalieri in uscita: 1800 euro al mese
- fino a 300.000 click di media giornalieri in uscita: 2100 euro al mese
- oltre i 400.000 click di media giornalieri in uscita: 2500 euro al mese
Social media marketing de noantri, un tanto al chilo, o al click, fa poca differenza.
- Un Brutto Eco — Ancora una condanna per l’ex senatore Giuseppe Ciarrapico per l’accusa di bancarotta fraudolenta. L’imputazione si riferisce al dissesto della Eco, cioè Editoriale Ciociaria Oggi, e la distrazione dei fondi pubblici, dei finanziamenti all’editoria. Un brutto eco davvero.
- Aggregatori di Notizie — Dopo la chiusura di Circa, che però potrebbe ritornare grazie ad un accordo con un network di 164 emittenti televisive statunitensi, il mese di dicembre segna la chiusura pressoché contemporanea di tre aggregatori di notizie. Il 7 dicembre ha chiuso Zite ed è stato incluso, almeno in parte, all’interno di Flipboard che lo aveva acquisito tempo fa. Domani 16 dicembre chiude Trove, aggregatore del Washington Post, e dal 20 dicembre chiuderà anche Prismatic. L’ipotesi di prima aggregare utenti e poi trovare un modello di business, una sostenibilità economica, non pare funzionare.
- Autostima - I primi 10 mesi dell’anno vedono un calo della raccolta pubblicitaria per tutti i mezzi ad esclusione della radio che pare vivere una seconda giovinezza. Ogni volta che vengono diffusi i dati viene però specificato che in realtà considerando anche la porzione web [principalmente search e social] stimata da Nielsen. Nell’epoca dell’attacco pour cause a gufi ed agli organi di informazione per pompare fiducia si ricorre all’auto-stima da contorni nebulosi. Avanti tutta.
- Agenda Digitale — Nel percorso relativo agli obiettivi per il 2020 relativi alla digital agenda for Europe dell’Unione Europea, l’Italia si piazza al 25esimo posto su 28 nazioni. Gravi le carenze oltre che per le infrastrutture anche per la penetrazione della Rete e nelle conoscenze e competenze delle persone.
- Parodie — Pornhub, sempre più un’azienda tecnologica e di data analytics, dalla quale credo davvero che anche gli editori tradizionali possano imparare parecchio, volendo, pubblica i dati sulle ricerche relative alle parodie pornografiche di celebri serie televisive e cinematografiche. Al terzo posto si piazza Scooby Doo con un sensibile distacco rispetto a Batman e Starwars. Un osservatorio importante per comprendere i comportamenti non dichiarati dalle persone in Rete su aspetti mai inseriti nelle statistiche di fine anno fornite dai diversi motori di ricerca.
- Engagement Editor — Il Guardian per la propria versione statunitense ricerca un engagement editor. Leggendo la job description dell’annuncio si comprende [o forse se ne ha semplicemente conferma] la distanza siderale con l’editoria nostrana. Sigh!
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