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Postcards from New York/19. Il viaggio di Fantozzi

Da Silviapare
C'è un motivo se ho giurato che non sarei mai più passata per l'aeroporto di Heathrow. Troppo grande per riuscire a prendere una coincidenza se non si hanno almeno tre ore di tempo. Questa volta, però, io avevo tre ore di tempo. Peccato che l'aereo da Malpensa fosse in ritardo di due. Così, dopo una corsa angosciosa per arrivare all'imbarco, in mezzo a dieci miliardi di passeggeri la metà dei quali, chissà come mai, era davanti a me sulla corsia veloce che scorreva lenta come un bradipo morto, sono arrivata all'imbarco. Io sì, ma la mia valigia no. All'arrivo a JFK, i passeggeri del nostro volo British Airways hanno trovato ad attenderli 5 valigie. Le altre? Problema tecnico. Compilo il modulo per la ricerca della valigia, poi vado a prendere il SuperShuttle (il bus condiviso) per andare a casa dei miei suoceri. Di solito sono la prima a scendere, ormai conosco il percorso. Questa volta, però, c'è un autobus messo di traverso sulla corsia imboccata dal nostro furgone, tutte le macchine fanno retromarcia e prendono un'altra strada. L'autista mi dice che voleva accompagnarmi per prima, e invece sarò l'ultima. Vedo profilarsi davanti a me un altro paio d'ore da aggiungere alle cinquemila che ho già trascorso senza dormire, vabbè, cosa vuoi che sia. Invece l'autista si ostina a risvegliarmi dal coma per farmi scendere all'altezza di una fermata della metropolitana, e così eccomi proiettata nella gradevole serata estiva newyorkese con temperatura e umidità da giungla di Sumatra.Il giorno dopo il clima migliora, ma io scopro che, oltre a essere senza telefono (per scelta), senza orologio (batteria scarica, sembrava facile trovare chi me la cambiasse) e senza vestiti (indosso quelli della suocera), ora per qualche motivo sono anche senza bancomat (non funziona) e quindi senza soldi. Per consolarmi mangio il mio primo bagel con salmone e cream cheese, ormai tradizionalmente il mio primo pasto quando arrivo a New York.
Postcards from New York/19. Il viaggio di Fantozzi
Poi passo qualche ora ad ascoltare la musichetta del call center dell'aeroporto, la cui addetta, una volta raggiunta, mi promette mentendo che la mia valigia è stata trovata e arriverà presto. Il bancomat viene prontamente sbloccato dalla banca, che lo aveva bloccato perché avevo fatto acquisti online dall'estero senza avvisarli che ero andata all'estero (cioè in Italia). Infine la sera mi rallegro assistendo a una commedia, la storica Der Ring Gott Farblonjet, una parodia wagneriana messa in scena da The Ridiculous Theatrical Company nella St. John's Lutheran Church del Village per le celebrazioni della Pride Week. 
Postcards from New York/19. Il viaggio di Fantozzi
Questo fine settimana vado al mare da un'amica. Il costume è nella valigia, ma il mio unico completo intimo sopravvissuto (quello con cui viaggiavo) è nero e sportivo e somiglia a un costume da bagno.  

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