Da tempo ormai ci vediamo recapitare lettere a domicilio via corriere o da qualche altra società privata che non sia il tradizionale postino col borsone, che dal lontano 1889 era alle dipendenze di un apposito Istituto Statale denominato Ministero delle Poste e Telegrafi. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti e l'Istituto delle Poste Italiane ha subito una radicale trasformazione, diventando una S.p.A Statale, con una forte propensione bancaria.
Storia recente:
Ministero Economia e Finanze
Poste italiane S.p.A. è la più importante azienda postale italiana. Nata come ente pubblico che gestiva in monopolio i servizi postali e telegrafici per conto dello Stato, ad oggi è una società per azioni il cui capitale è detenuto al 100% dallo Stato italiano attraverso il Ministero dell'Economia e delle Finanze. L'Ente Ministeriale, a cui è stato affidato per altri 15 anni (sino al 2016, ma prorogabile fino al 2026), il cd. "servizio universale", cioè l'obbligo di fornire alcuni servizi essenziali di consegna di lettere e pacchi (peraltro di recente ulteriormente ridimensionati al ribasso in quanto a varietà e qualità, ai sensi della Legge 73/2010) ad un prezzo controllato, i cui oneri sono posti in parte a carico dello Stato e in parte a carico di un fondo di compensazione finanziato dagli operatori del settore. La società è posta sotto il controllo e la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico, già Ministero delle Comunicazioni, ha un organico di circa 140.000 impiegati (nel 1990 si contavano oltre 237.000 dipendenti) ed un utile netto di 904 milioni di euro (bilancio Gruppo Poste Italiane 2009).La news di questi giorni:
Poste, ok a emendamento Milleproroghe per avere controllo banche (Reuters)
ROMA, 11 febbraio - E' stato approvato nel pomeriggio l'emendamento al Milleproroghe presentato dal Pdl per consentire a Poste italiane di acquistare partecipazioni "di controllo" nel capitale di banche.
"Poste Italiane spa può acquistare partecipazioni, anche di controllo, nel capitale di banche", recita l'emendamento approvato, presentato dal senatore del Pdl Giuseppe Esposito. Lo stesso emendamento prevede che "entro il 30 giugno 2011 Poste Italiane spa costituisca con delibera dell'assemblea, su proposta del consiglio di amministrazione, un patrimonio destinato esclusivamente all'esercizio dell'attività di bancoposta"