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Poster fluo

Creato il 07 giugno 2010 da Loffio

Poster fluo

“Si va a vedere Prince of Persia?”

“Mi sa proprio di soldi spesi male…”

“Ok, ha detto Carlotta che se vieni te c’è anche Mattia a vedere Sex & the City 2″

“Piuttosto mastico il vetro”

“Allora propongono Sagra della capra e del ranocchio fritto”

“Andata”

Esistono luoghi ai margini delle nostre città che non conosciamo, situazioni che ricordano un passato ormai dimenticato, paesano, ai limiti del contadino. Una zona del crepuscolo fatta di bar con cedrate Tassoni databili col Carbonio 14, cerchi di caffè su banconi d’alluminio, dove la 60enne che ha fatto le finali del campionato di ballo a Foligno e vista come una rockstar, dove i nonni rischiano la frattura scomposta dell’anca pur di ballare “Mueve la colita” con le nipotine e la pesca di beneficenza sembra lo svuotamento di un garage di Sarajevo.

Non sono luoghi che si possono visitare sempre, per evocarli bisogna fare un rituale che prevede un gruppo di cultisti (altrimenti detti “volontari delle misericordia”), tanta brace, una bestia random da macellare e un casa del popolo. Quando le giornate si fanno più calde e lunghe cercate degli strani poster fluo con font enormi, solo dopo averli avvistati potrete iniziare il vostro viaggio nel tempo.

Poster fluo

Stargate: Mugello. Now on Fox

 

Lo schema è sempre uguale da decine di anni: cortile di un circolo o della Misericordia locale, tendone con zanzare che girano intorno ai neon, coda alle casse per pagare prima, gara di liscio o saggio della scuola di ballo, riffa per vincere il prosciutto.  E’ tutto molto semplice, pulito, gioioso, in un modo talmente ingenuo e sincero che ti senti quasi in colpa a pensare cosa faresti di un posto del genere giocando a GTA, è come pensare ai porno guardando i teletubbies.

Le sagre sono come i film di genere, western e horron non possono definirsi tali senza determinati figuranti, c’è la 40enne vestita come una velina che ti strappa le mutande con lo sguardo, il prete, il truzzo in canotta e braccia tatuate in cerca del primo che guardi la scollatura della compagna, i ragazzi che girano dietro la rete per limonare e farsi le canne, vecchine tenute insieme dalle vene varicose, luccicanti come palle da discoteca rivestite di lustrini e il dj locale che sogna Ibiza ma è costretto a non uscire dalle mazurche, pena il lancio di cateteri pieni di piscio, da un momento all’altro ti aspetti di vedere il Cioni Mario che si aggira per i tavoli con una bottiglietta di coca nei pantaloni.

Cercate dunque i poster fluo come fossero la tana del bianconiglio, fate due curve fuori città, spegnete il telefono e il senso critico e godetevi questo “Piccolo mondo antico”.

Ma occhio a sbagliare passo nei balli di gruppo, ci vuole poco a finire in “Le colline hanno gli occhi”, il teschio di un tizio che sbagliò il Meneito adorna ancora il bar della casa del popolo di Brozzi.


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