Poche pagine e molto chiare. IN particolare ho apprezzato la condanna dell’etichetta “postmodernismo“, che Eco dequalifica come “un termine buono à tout faire“. Sul punto, Eco dice una cosa molto condivisibile: “Credo che il post-moderno non sia una tendenza circoscrivibile cronologicamente, ma una categoria spirituale, o meglio un Kunstwollen, un modo di operare. Potremmo dire che ogni epoca avrebbe il proprio manierismo (tanto che mi chiedo se post-moderno non sia il nome moderno del Manierismo come categoria metastorica).” (38).
Ma se è un Kunstwollen, lo possiamo ben chiamare neobarocco, no?
Al di là di questa riflessione, le Postille son utili e godibili non solo per capire meglio Il nome della rosa, ma proprio come testo generalista e divulgativo di narratologia e critica letteraria.