Bellimbusto – Precariato.
Il mio non è un attacco all’attuale governo, da questo punto di vista contesto tutti gli ultimi decenni di vita politica italiana, dato che se responsabili ci sono, non possono che essere ricercati all’interno dei palazzi del potere; detto questo, contesto fermamente la presa di posizione di industriali e sopratutto ministri che attaccano, ogni giorno, il posto fisso.
Ciò che mi disturba notevolmente, è il fatto che a pronunciare queste parole siano persone che, in vita loro, non hanno mai fatto un giorno da precari, e che spesso hanno avuto la vita spianata dal nome che portano o da ciò che hanno fatto i propri genitori. Io sono un comune mortale, provengo da una famiglia normale, che non ha collusioni nè con mafia nè con politica, e che dalla tenera età di 20 anni ha iniziato a lavorare con contratti precari, lontano 1000 chilometri da casa, e che oggi, a 32 anni, si ritrova disoccupato; è questo quello che vogliono i nostri governanti? Essendo, loro, sopratutto imprenditori, ho seri dubbi che non abbiano mai assunto un consulente per fargli fare il dipendente a tutti gli effetti, non pagargli ferie nè malattie e buttarlo in mezzo ad una strada quando non gli serve più.
Hanno cognizione di com’è la situazione lavorativa italiana? Lo sanno che se un precario denuncia la sua azienda per molteplici illegalità, 9 vole su 10 il precario si ritrova in mezzo alla strada e l’azienda continua a lavorare con altri nomi? A differenza di chi governa, io parlo per esperienze dirette, dato che precario lo sono stato, e visti i tempi, lo sarò per sempre.
L’Italia è un posto dove la flessibilità è usata solo per sfruttate e ricattare i lavoratori, prima di cambiare le regole del lavoro, dovrebbero cambiare e sopratutto irrigidire controlli e pene per quegli imprenditori che, appunto, abusano dei lavoratori. Il mio augurio, da precario bellimbusto, è quello di non sentire ogni mattina una sparata “alla cazzo di cane” per fare una citazione, che quando certi amministratori parlano, lo facciano con cognizione, che incontrino la gente normale piuttosto che vivere nel loro mondo fatato.
Basta! La gente comune non ne può più!
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