Magazine Diario personale

posto ponte

Da Plus1gmt

Lo sapevo. Ho la nave tra SOLO dodici ore e già c’ho l’ansia. Diciamo che io e il viaggio non siamo proprio tanto sulla stessa lunghezza d’onda perché per indole io adotterei le onde corte e al massimo starei in un raggio ben ridotto e circoscritto al centro di casa mia. Nel senso che adoro i preparativi e l’attesa e fare armi e bagagli e poi, quando inizia il conto alla rovescia, vado in tilt. Ma questo da sempre, eh, non è un decorso dovuto alla mezza età. Anzi, certe cose ho iniziato a farle già maturo. Per esempio sono un campeggiatore neofita e mi organizzo vacanze in un modo in cui mai avrei pensato da ragazzo: a contatto con la natura si colgono sfumature umane altrove impensabili su campioni sia stranieri che italiani. C’è più tempo per osservare aspetti anche minimali e riflettere su concetti che, tra quattro mura, passano in secondo piano. Puoi fare paragoni con il prossimo perché anch’egli è nudo, pardon, in costume quanto te. Puoi pensare a tutti i modi in cui quello che hai intorno potrebbe essere meglio. Così ogni anno vado là, su quell’isola che da quando ho conosciuto mi impedisce di fare il bagno altrove, posti dove ti capita di fare pessimi incontri come questo, e tutto  per trascorrere una vacanza all’insegna della totale immobilità. Poi quando sei lì ti convinci che è la scelta migliore, il campeggio dico. Vedi i bambini che se la godono perché sono indipendenti, spesso nostro malgrado considerando la musica che ci impongono e i divertimenti pensati tutto sommato con poca attenzione al target, di cui noi intellettuali di sinistra faremmo volentieri a meno. Tutto per sconfiggere la grande paura degli ultimi giorni prima del rientro, quelli che vorresti non arrivassero mai perché hanno il sapore di un altro giro che si è compiuto fino a quando fai ritorno ed è tutto inevitabilmente come prima.



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