Di ritorno dalla sua prima tranche di attraversamento mondi, la ‘povna traccia un bilancio provvisorio di questi giorni delle feste, in attesa di salire prima su un treno e poi su un altro, in direzione, rispettivamente, sud e nord.
Complice un’atmosfera circoscritta e assai domestica, l’affetto e la cura di chi c’era, il suo spirito inguaribilmente ottimista (ma anche coltivato con impegno, ché non si creda che alla ‘povna, solo perché così sceglie di raccontarlo, venga sempre tutto facile – ma c’è che ha deciso, anni fa, dopo averlo ben capito su se stessa, che lamentarsi di ciò che è inemendabile serve a poco, oppure niente, e dunque delle due l’una, o ci si rimbocca le maniche e si cambia, oppure vuol dire che una certa situazione ci si confà più di quanto si sia disposti ad ammettere, e allora, molto banalmente, ci mettiamo di impegno a trovarne un aspetto che piace), il 24, il 25 e il 26 si sono snodati non sereni (per carità, una parola quanto mai abusata sempre, e più che mai sotto le feste, il cui uso sconsiderato dovrebbe prevedere una multa pecuniaria conseguente), ma tranquilli e riposanti, e anche con parecchie chiacchiere.
Dopo una cena assai raffinata, e molto parca, il 24 (il già ricordato gateaux e un antipasto), lei e mamma ‘povna sono state raggiunte, il 25, sulla via del nord, da Thelma, che ha condiviso con loro il desco (crostini neri, tortellini in brodo, arrosto ripieno alle castagne, carciofi, budino di riso al caramello) insieme al gatto Semolino. La sera, dopo aver accompagnato Thelma al treno, la ‘povna ha fatto in tempo a concedersi Star Wars 7 in uno dei cinema più belli della città, e pure in inglese, anche, salvo poi tornare a casa per le 21 assai contenta, in tempo per uno spuntino di salmone affumicato e mandarini.
Il 26 è stato dedicato a una passeggiata sul fiume, molto lunga, e poi a leggere (e finire) questo libro di Jonathan Coe (su cui il suo giudizio è ancipite), niente code di mangiate smodate, per fortuna, ma un buon tè a farle compagnia nel pomeriggio; e poi la sera la consueta uscita di aggiornamento con Chandra, nel solito pub che le vede trascorrere oramai da tanti anni il S. Stefano insieme.
Infine stamani era giorno di riapertura di piscina, finalmente, e la ‘povna vi si è recata con l’Ingegnera Tosta, insieme alla quale ha nuotato con puntiglio un bel numero di vasche (2000 metri e spiccioli); poi, mentre prendeva il tram sul filo del ritorno, si è trovata davanti Mafalda, con la quale si è fermata a chiacchierare per celebrare un incontro inaspettato che sa di sceneggiatore.
Ora, al rientro in viale dei Ciliegi, la ‘povna legge un giallo piacevolmente stupido, mette una lavatrice, sonnecchia nel calduccio. Domani, dopo la piscina, sarà il tempo di portare i suoi natalizi omaggi e Mr. e Mrs. Mifflin. E poi – e non vede l’ora – dal 30 dicembre al 5 di gennaio, come sempre, la bussola punta stabile sul nord.
“Hercules Poirot si divertì. Si divertì moltissimo. E si disse che aveva trascorso un ottimo natale” (Agatha Christie, L’avventura del dolce di natale)