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Quasi dimenticato, pochissimo citato, Arrigo Cajumi è uno dei cervelli che più amo. Se riuscite a procurarvi il suo Pensieri di un libertino – io ne ho un’edizione della Einaudi del 1950, non so se abbia mai avuto ristampe, non mi meraviglierei se no – leggetelo, e poi mi fate sapere. Ancor più che in quello, però, Arrigo Cajumi è delizioso nei suoi articoli su Il Mondo, massimamente nella sua rubrica Pot-pourri, che somigliava alla homepage di un blog: una mezza dozzina di post assortiti su temi vari (filosofia, politica, costume, lettere), metà diario e metà pensatoio. Inciso: quando penso al fatto che Malaparte era una star e Cajumi era un quasi nessuno destinato a rimanerlo, mi spiego perché questo Paese dovesse finire com’è finito. Ecco, ieri sera leggevo i suoi Pot-pourri e m’è sembrata che l’Italia non meritasse altro che Malaparte.