Il kiwi è il frutto agrodolce di una specie rampicante chiamata actinidia chinensis. La pianta, originaria dell’Asia e della Nuova Zelanda, è ormai abbondantemente coltivata anche in Italia, che è diventato uno dei principali produttori di kiwi. La pianta, come tutte le specie da frutto, ha necessità di essere potata. La potatura serve a migliorare la produzione, sia in senso quantitativo che qualitativo, ma anche il portamento e la rea estetica della pianta. Sulla produzione dei frutti incidono anche le caratteristiche di questa pianta, che presenta fiori dioici, cioè fiori maschili e femminili presenti su piante diverse. Quindi, per avere una resa produttiva equilibrata occorre coltivare almeno una pianta maschile ogni cinque piante femminili. La potatura del kiwi è simile alla vite, ma meno drastica rispetto a questa pianta, perché la produzione, come già detto, è condizionata da alcune caratteristiche vegetative totalmente differenti dalla vite.
Caratteristiche
Come procedere
La potatura del kiwi, come già detto, è simile a quella della vite, solo che i rami si lasciano più lunghi rispetto alla stessa e con un numero maggiore di gemme, perché il kiwi può reggere un numero maggiore di frutti sullo stesso ramo. La potatura inizia tagliando alla base i rami che hanno portato frutti nell’anno precedente; sui rami che devono ancora fruttificare si lasciano circa cinque o sei gemme. Durante la stessa operazione, si procede a eliminare i succhioni, i rami danneggiati o spezzati o quelli che si intrecciano troppo tra loro impedendo il passaggio dell’aria e della luce tra le foglie. In alcuni territori, oltre alla potatura standard o di produzione, si preferisce praticare anche una potatura di ringiovanimento. Questa tecnica va effettuata solo ogni due o tre anni e consiste nell’accorciare molto tutti i rami e nel lasciarne solo due portanti tre o al massimo quattro gemme. La potatura di ringiovanimento rafforza la pianta, stimolandone la vigoria vegetativa. Durante l’anno in cui si saranno accorciati i rami, non si avrà una produzione abbondante e potrebbe anche accadere di non avere alcuna fruttificazione, ma negli anni successivi si otterranno frutti numerosi, abbondanti e gustosi. Dopo la fruttificazione del kiwi è buona norma non procedere ad alcun taglio, ma solo alla cimatura ( rimozione dei germogli apicali). La cimatura deve riguardare i rami fruttiferi dell’apice, togliendo fino a due o tre foglie vicine all’ultimo frutto. I rami senza frutti, invece, si possono accorciare leggermente.
Quando e come potare
La potatura del kiwi va effettuata a febbraio o marzo o a fine inverno nelle zone dove si verificano forti gelate. I tagli dei rami devono essere effettuati con forbici o cesoie per potatura ben disinfettate e pulite, sia prima che dopo l’uso. I tagli devono essere eseguiti con guanti sterili per potatura. Dopo la potatura bisogna eliminare dalle forbici tutte le resine e le sostanze liberate durante i tagli. L’igiene degli attrezzi è, infatti, fondamentale per impedire la trasmissione di gravi patologie ( virali, batteriche o fungine) alla pianta. Prima di potare bisogna coltivare il kiwi in condizioni adatte alle sue funzioni vegetative. La pianta, infatti, non ama le correnti d’aria, i terreni umidi e i ph basici o alcalini ( ph superiore a sette). Queste condizioni possono bloccare la fruttificazione del kiwi, e nessuna potatura, periodica, lieve o drastica, potrà riportarla alla normalità. Al contrario, la potatura del kiwi può portare a dei risultati sorprendenti se la pianta è coltivata su terreni acidi e con le adeguate concimazioni e irrigazioni. La fruttificazione viene stimolata dalla concimazione organica a base di stallatico, da somministrare una volta all’anno, mentre le irrigazioni devono essere abbondanti solo in caso di siccità. Il terreno, però, non deve restare inzuppato o presentare acqua stagnante, perché la pianta può sviluppare dei marciumi che ne bloccano sia la crescita che la fruttificazione. Se le condizioni colturali sono esatte, gli interventi di potatura potranno certamente migliorare sia il portamento della pianta che la sua fruttificazione.