Dal 25 Gennaio all’ 8 Febbraio 2015 “Potentia divina gratia In Urlo d’Ulivo”di Rosa Didonna, mostra e Performance al CASTELLO IMPERIALI, Francavilla Fontana (Città d’Arte) Via Municipio,4, Francavilla Fontana, Italia.
Vernissage: Domenica 25 Gennaio ore 18,00 ingresso libero e gratuito
A cura di Ottorino Picardi – Antonella Zito
Critico Saggista – Carmen De Stasio
Conduce – Giovanna Ciracì esperta in comunicazioni
La mostra è dedicata a sua santità albero d’Ulivo per cui l’artista Rosy Papessa interpetra la sua performance “Potentia divina gratia In Urlo d’Ulivo”
Danza Liliana Delliturri,musica dal vivo Ivan Piepoli.
Introduzione della performance Sabrina Delliturri.
L’ulivo è l’albero maggiormente simbolico per l’iconografia Cristiana. È storia di lavoro, di umanità, di tradizione, principalmente della Puglia. L’albero dell’Ulivo è scultura naturale, spirituale, scientifico-educativa, psicologica, relazionale e sociale. L’ulivo è la luce vibrante, limpida, che, insieme al vento, gioca con le foglie verdi argentee. La mostra – performance dal titolo” Potentia divina gratia In Urlo d’Ulivo” di Rosa Didonna rappresenta quello che può intendersi come un ritorno alla natura. Il suo messaggio è di rigenerazione morale nel contesto della società odierna, i cui costumi, pur diversi tra loro, come il passato e il presente, tracciano aspetti dello stesso stile di della potenza simbolica del potere degli iniziati, degli scribi, non solo di contaminazione ma di gestione dei segni del mimo, di interazione tra la sua persona e il fruitore, tra l’Io e il mondo nelle ramificazioni dell’Arte. L’olio misto a balsamo, che unge i Re, i Profeti, i Sacerdoti, i Vescovi, segue una processione silenziosa nel passare all’oltre, ad una transustanziazione in cui l’artista Rosy Papessa e la sua vescovessa Liliana si spogliano delle vesti sacrali e, attraverso un processo lento e doloroso, si strapperanno di dosso la corteccia per fondersi con la natura. È un nuovo panismo. Nei lamenti musicali del maestro compositore Ivan potrà percepirsi quel dolore che prova la madre terra quando le si strappa un figlio, ossia quando un arbusto di ulivo viene sradicato dal quel terreno che da sempre gli ha fornito la linfa vitale. Una luce colpisce tutti, persino gli angoli più bui all’interno delle case e delle chiese. Nel rimbalzare tra i muri di calce, vetri, specchi; infiltrandosi tra le fessure di pietra, la luce arriva ad illuminare anche l’ombra. L’olivo, tra gli arbusti del Paradiso Terrestre, rappresenta l’albero della vita, della rinascita. La Genesi parla della colomba di Noè che ritornò con un ramoscello d’ulivo. Da quel momento l’ulivo assunse la sacralità divina, diventò simbolo della rigenerazione, della pace della domenica delle Palme e di resurrezione a rappresentare il Cristo stesso che, attraverso il suo sacrificio, diventa strumento di riconciliazione per tutta l’umanità. L’ulivo è la pianta sacra, nei riti dell’unzione, dell’olio consacrato; è lampada per i passi nel cammino di vita, in funzione della sapienza divina di colui che è unto. Per questo si viene consacrati con l’olio purificatore. L’unzione è usata nel battesimo, cresima, ordine sacerdotale, estrema unzione cristiana, ma anche per i musulmani ha un valore particolare. Ne parla Maometto nel Corano: “Dio è la luce dei cieli e della terra”. Consacrato alla Vergine Atena, l’ulivo fu simbolo di castità. Il Papa – rappresentante il Dio in terra – consacra il mondo così come egli stesso è l’unto divino. La mostra – performance “Potentia divina gratia In Urlo d’ulivo” di Rosa Didonna incarna quella “via crucis” di cui è simbolo il compimento del sacrificio dell’artista consacrata “Sacerdotessa nell’Arte” che attraverso lo svecchiamento plurisignificante troverà una nuova vita, più corporea e meno spirituale, tra territorio e ambiente, coniugando l’omogeneità dell’interazione in perfezione, compiutezza, unione e focalizzazione di contrasti, male e bene, guerra e pace. Il cerchio, che chiude inferiormente la veste di tessuto grezzo del sudore dell’uomo, è energia del sole, della luna per l’umanità ed incarna l’energia spirituale dell’unto; invita l’osservatore ad entrare nella sacralità rappresentata e al tempo stesso racchiude il tutto nell’esaltazione della santità universale. Il dolore è il mezzo, il punto d’arrivo di una nuova rinascita.
Il Castello di Francavilla Fontana, noto anche come Palazzo Imperiali, è tra i monumenti di maggiore interesse in città. Il Castello Imperiali di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, è una tra le dimore storiche più grandi del Sud Italia. Eretto nel 1450 dai principi del Balzo, fu ampliato nel Cinquecento e ristrutturato due secoli dopo dalla famiglia Imperiali. Imponente e maestoso, è stato recentemente restaurato e riconsegnato alla città divenendo meta turistica e contenitore culturale per mostre e concerti. Presenta due bei portali settecenteschi, una loggia barocca a quattro arcate finemente guarnite, stanze e saloni, un cortile porticato con una scalinata a due rampe che porta al piano nobili.