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POTERE E CONSENSO #democrazia #politica #autoritarismo

Creato il 22 agosto 2014 da Albertomax @albertomassazza

elezioniContrariamente a ciò che si potrebbe pensare, il consenso non è un’esclusiva prerogativa del sistema democratico. Tutt’altro: l’autoritarismo, come mezzo di trasformazione della democrazia in dittatura, trova la sua ragion d’essere proprio in un consenso ampio, maggioritario; e questo consenso, almeno inizialmente e nei limiti che un sistema democratico è in grado di garantire, dev’essere libero, non imposto coercitivamente dal potere.

Solo una volta affermatosi, l’autoritarismo può limitare il consenso libero a un’elite e ottenere forzatamente quello di massa, attraverso la propaganda e la minaccia di persecuzione politica.

Per autoritarismo non intendo un sistema di governo liberticida e accentratore che faccia leva su un asse militare e/o un’egemonia comunicativa, ma una tendenza che si può manifestare in piccole o grandi organizzazioni sociali, a prescindere dal loro grado di liberalità; la dittatura è autoritarismo diventato prassi, incontrastato.

In democrazia, proprio quando il consenso è più ampio, si fa più alto il rischio da parte del depositario di tale consenso di farsi prendere da tentazioni estremamente decisioniste, se non autoritarie. A questo punto, sono le dinamiche democratiche che devono far argine contro ogni deriva autoritaria, non attraverso la demonizzazione del detentore del consenso, ma nell’esercizio dialettico del pluralismo garantito dalla Carta Costituzionale.

 

Postilla sull’attualità più o meno recente italiana.

Per vent’anni Berlusconi ha avuto il consenso e il potere mediatico per trasformare la democrazia in un’autocrazia; certo, è riuscito a condizionare pesantemente la vita sociale, ma le Istituzioni democratiche hanno retto. In questo ventennio, si è parlato e scritto decine e centinaia di volte di svolta autoritaria ed è indubbio che a Berlusconi avrebbe fatto piacere poter governare come i suoi amici dell’ex Urss, ma non c’è riuscito. Il problema per la democrazia, più che Berlusconi, è stato il consenso che democraticamente gli è stato concesso per tutto questo tempo.

Ora si ripete lo stesso canovaccio con Renzi, a mio parere del tutto fuori luogo. Innanzitutto, perché Renzi non ha a disposizione la potenza mediatica di Berlusconi, unica arma teoricamente in grado di instaurare un regime autoritario senza l’intervento diretto delle Forze Armate; in secondo luogo, perché pur essendo stato investito di una leadership forte almeno quanto quella di Berlusconi, la sua ascesa è stata segnata dalla pluralità collegiale  e dal consenso della base elettorale del suo partito, non dall’egemonia dei mezzi di comunicazione e da un’epica personale legata al successo economico, per giunta con parecchie zone d’ombra.



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