Oggi sono stata a pranzo in un centro commerciale, ho approfittato della pausa pranzo per fare spesa e tornare prestoa casa la sera.
L'area ristorante era piena, la gente accalcata, tutti dietro ad un pezzetto di pizza al volo o al colesterolo di Mc Donald's.
L'unico tavolo libero era quello a cui era seduta un bella ragazza di colore con lunghe trecce nere. Leggeva mentre mangiava, bevendo la sua bibita dalla cannuccia con lentezza.
Mi sono guardata intorno, e nessuno arrivato sul posto prima di me faceva cenno di volersi sedere. Oh, vabbè. Mi sono avvicinata, ho chiesto permesso e mi sono seduta. Lei mi ha sorriso coi denti dianchi ad illuminarle la faccia ed ha risposto semplicemente "Prego", con una voce sonora che sembrava tintinnare di mille campanellini.
Poi è tornata alla sua lettura sorridendo, ed io ho tirato fuoi il mio ebook reader.
Leggeva in francese, cosa non avrei saputo dire.
Non si è seduto nessun'altro accanto a noi, nonostante i due posti liberi al mio fianco fossero gli unici del salone. Ho visto signore fonate mangiare un trancio di margherita in piedi, col vassoio in euilibrio sul carrello della spesa. Atletiche.
Dopo un po' si è alzata e se ne è andata, mostramdo agli astanti un paio di gambe da gazzella fasciati in improbabili leggins tribali. Mi ha salutata e se ne è andata, nel suo mondo.
Non siamo diventate amiche, non abbiamo parlato, non è una storia edificante questa, anche se un po' mi sono sentita di nuovo quella bambina di sei anni a cui la nonna paterna aveva detto che le persone di colore puzzavano.
E' la vita di tutti i giorni.
Solo una cosa mi chiedo: quando mi sono seduta, la ragazza è stata contenta. Mi ha sorriso, è stata gentile e discreta. Quando accade a me, invece, sono sempre scocciata, scruto l'nvasore con ineluttabile inevitabilità.
Che io sia una brutta persona?