In camera da letto conservo una scatola di ricordi del liceo: lettere che scrivevo alla mia migliore amica, stralci di racconti (illeggibili: disporrò che vengano bruciati dopo la mia morte...), fiori secchi, biglietti del cinema (i vecchi cinema di Casale, quelli con le sedie in legno - tanti anni prima dell'avvento delle multisale impeccabili), qualche libricino sgualcito e tutto sottolineato (a biro! Cielo, ma perché sottolineavo
Vivevo di grandi storie, a quell'epoca, di sogni tormentosi, di poesie fosche. Mi ammantavo di parole forti e mi coloravo le unghie di blu.
Mara e io leggevamo sottobanco Cime tempestose, Ulisse e il resoconto della vita terribile di Christiane F. Fantasticavamo, oscillando fra il desiderio d'avventura e l'idillio di un'esistenza in campagna. Anelavamo a poter disporre del nostro tempo come volevamo, una volta libere dai doveri scolastici e familiari. Progettavamo cose stupide: fughe al mare nel fine settimana, serate davanti al fuoco, qualche bicchiere di vino rosso di troppo...
Credevamo (sciocchine!) che fosse sufficiente attendere di aver raggiunto una certa età, l'indipendenza economica e che tutto il resto (essere Donne - ed essere Amiche) sarebbe venuto di conseguenza.
Eravamo sciocche, appunto. Io lo ero di sicuro. Sarà per questo che mi ritrovo oggi con un pugno di ricordi chiusi in una scatola - e ben poco d'altro.
La delusione più grande non è stata quella di perdere amicizie che credevo sarebbero durate nel tempo, ma constatare che le donne (molte donne) sono rimaste tragicamente simili a se stesse.
Ci saranno anche stati i roghi dell'Inquisizione, le battaglie delle Suffragette e il '68; la letteratura e il cinema ci avrà anche tempestate con le storie di donne testarde e orgogliose... ma siamo ancora in tante, in troppe ad anelare all'approvazione maschile, ad annullare i nostri desideri per compiacere l'uomo di turno.
Che sia nostro marito o nostro padre, ha poca importanza.
Ciò che conta è che siamo disposte a distruggere in un soffio princìpi, convinzioni, sentimenti, progetti, pur di non scontentare il "maschio".
Altro che complicità femminile, altro che solidarietà fra donne! Per una pacca sulla testa e un anello al dito, siamo disposte a farci la guerra o, peggio, ad abbandonare nel silenzio colei che fino a qualche mese prima blandivamo con promesse d'amicizia eterna.
Questo post è esagerato? Dite che non è possibile fare di tutta l'erba un fascio? Può darsi. Ma le mie esperienze non sono state poi così esigue. E se conto, sulla punta delle dita, tutte le "amiche" che se ne sono andate (perse dietro all'illusione di un principe che avrebbe posto rimedio a tutte le loro insicurezze) devo ammettere che il bilancio finale è desolante.
Direte che sono stata sfortunata. Può essere.
E loro? Che cosa sono state, loro?
Buon viaggio, "amiche" mie.