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Povero copertone bucato

Da Nubifragi82 @nubifragi

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Ho una bicicletta sgonfia. Ma forse dovrei dire bucata. Una ruota a terra è in prima analisi sgonfia. In un secondo momento diviene bucata. Un ventenne si sveglia e dice “ho mal di denti”. Poi il dentista dice “è il dente del giudizio.” Allora il ventenne non dirà più ho mal di denti, ma “ho il dente del giudizio.” Ho una bicicletta bucata, dunque. Ciò significa che la mia bicicletta ha un problema. Non è così. Se svito il fermo e cambio ruota a mo di pit stop la mia bici sarà di nuovo pronta e rampante.  Ma qui si è tutti uniti e senza di uno non si parte proprio. E’ incredibile quante volte foro questo copertone. Poso la bici, la riprendo, pedalo, sbando e guardo verso il basso. E lui è lì, moscio. Povero copertone bucato.

Ora ti guardo, mio caro copertone anteriore e provo pure simpatia, nonostante sono in ritardo e se tu non mi avessi abbandonato sarei arrivato comunque a buco, perciò, pensa un pò come è andata. Qui dietro il tuo compare è in forma smagliante e tu sembri liquefatto sotto il peso incipiente di un cerchione metallico che sembra infierire sulla tua gomma stanca e rattrappita. Si infila nella tua materia con due alette che sembrano denti e vorrebbero tagliarti e isolare una piccola striscia da lasciare sul terreno lungo il cammino. Potrei gonfiarti, ma sarebbe un accanimento terapeutico. Ti sentiresti rinvigorire e per qualche minuto tutto sembrerebbe tornato come prima, come quando quella piccola scheggia di Beck’s bevuta e scagliata a terra non si era frapposta tra te e l’asfalto. Ma poi ti renderesti conto di non essere più in grado di trattenere quell’aria che ti da la vita e come l’anima del moribondo la vedresti lentamente spirare dalla tua circonferenza. Sarebbe una delusione. Finiresti depresso, credimi.

Poche ore fa fendevi l’asfalto senza timore, disegnavi traiettorie al di fuori delle obsolete linee stradali. Esploratore indefesso, sempre davanti a tutti. Poi cadi. Poi ti rialzi e ricadi ancora. Ma in fondo non è così l’esistenza? Cerchiamo di trattenere i periodi belli, ma finiamo per gonfiarci troppo e risultare vulnerabili anche ad un piccolo ago. Poi ci crogioliamo in noi stessi, cerchiamo alibi alla nostra condotta, tiriamo in ballo il destino. Cerchiamo scorciatoie e finiamo al tappeto, peggio di prima. Poi le cose cambiano, la ruota gira, anzi, si gonfia.

Eccoti qua. E’ bastata una bella toppa nera con bordo rosso e sei come nuovo. Quel cerchio metallico non ti opprime più e anzi, sembra alleggerire la sua portata, quasi avesse una certa reverenza. Ora andiamo. La prossima volta che ti succede qualcosa non ti buttare giù. Pantha rei. E io, perdere altri appuntamenti non vorrei.



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