Film raro e surreale, altrove anche molto criticato, ci troviamo oggi ad affrontare l'ultimo e il più famoso di tutti e tre i film, con Reitano attore protagonista, nei panni nientemeno che di Gesù, nell'allegoria cristologica “Povero Cristo” (1976) di Pier Carpi.
Egli interpreta con adesione (doppiato con la voce di Pino Colizzi) Giorgio Cavero, un poveraccio proveniente dalla provincia nella grande città, con l'ambizione di diventare un grande detective (!).
Il povero Giorgio viene sfidato da un uomo molto ricco e dotato di pellicciotto (una curiosissima e incredibile partecipazione addirittura di Curd Jurgens), a portargli una prova incontrovertibile che possa testimoniare dell'esistenza di Dio, in sé, al fine di ottenere una enorme ricompensa. Reitano dovrà quindi ricostruire e plasmare la sua vita sulle orme di quella di Cristo (sì lo so, ma non sto scherzando) fino ad un inconsapevole sacrificio, biasimando la Chiesa attuale e professando per la ricostruzione della Chiesa secondo l'apertura ai più diversi popoli e gruppi di persone. Ovviamente e soprattutto, i calpestati, gli oppressi, e i tiranneggiati (incominciando dagli orfani e dalle prostitute).
Vagherà per tanto tempo nelle città, con gli abiti oramai consunti. Laceri e ridotti a brandelli, braccato dalla legge e dai detentori del Potere, in cerca della verità, radunando discepoli prima del proprio finale martirio, trasformando dentro di sé tutti coloro che incontrerà, alla ricerca di un alternativa, in un mondo pseudo-moderno dai goffi e maldestri simbolismi, e attraverso una ricreazione veramente incredibile e divertente delle più celebri immagini della cristianità, Come L'Ultima Cena in chiave astratta, o la Passione di Cristo con la Vergine Maria. Gli scenografi del film hanno dunque ricreato un immaginativo e curioso mix di medioevo e atemporalità, arido e indigente, esteticamente ricercato, surreale e futuristico, metropolitano, alle volte reminiscente di Fellini, allorquando riesce a d ottenere un vero e proprio tocco di delirio. Come nei carnevaleschi e carnascialeschi, baccanali tipici appunto del cosìddetto “tocco” felliniano. Nello strambissimo cast, Quaia, un'ex vampira de “La Cripta e L'Incubo” è una bionda passerona che ci fa da apostola, mentre Edmund Purdom, fa naturalmente l'emissario del diavolo tentatore, un uomo in frak.
Il film è stato per tantissimi anni, fino ad alcuni recenti passaggi su un canale satellitare (e da qui in file sharing), una sorta di sacro Graal dei film maggiormente ricercati dagli appassionati dei film più strani del B-bis italico anni '70. E comunque, pur non facendo finta che il film in sé non abbia diversi enormi difetti, o che possa ambire ad una seriosità quale avrebbe voluto darsi, ma come ogni regia di Pier Carpi non ha, rimane comunque nella memoria per le sue notevolissime scenografie e i costumi, bizzarri e molto fantasiosi.
Paolo Gozlino fa un anziano ballerino, chiamato Giovanni Battista .
Reitano/Gesù viene battezzato con dello champagne.
La figlia della Dexter è interpretata da Caterina Stagno, figlia del giornalista Tito Stagno.
Curd Jurgens
Rosemarie Dexter : Mara; Maria Maddalena
Raoul Grassilli : Il commissario Petra; Ponzio Pilato
Mino Reitano : Giorgio Cavero; Gesù Cristo
Roberto Brivio : Basta; Barabba
Edmund Purdom L'uomo in frak; Satana
Paolo Gozlino : Il ballerino anziano; Giovanni il battista
Franco Ressel : Il pregiudicato; il primo ladrone
Enrico Beruschi
Adolfo Lastretti :Il poliziotto; il centurione
Sonia Viviani
Ida Galli (è presente anche qui, ovviamente accreditata come Evelyn Stewart) : Madre di Giorgio
Doppiatori italiani
Pino Colizzi : Giorgio Cavero; Gesù Cristo
Napoleone Wilson