













































diseredato, ammazzato, perseguitato, sconosciuto, straniero, diverso…
Eppure è l’inizio della vita.
E ci è piaciuto metterlo dentro un presepe, con tante luci, e brava gente, e sapori familiari, che ci ricordino casa nostra, quando siamo da soli, ed anche quando siamo in compagnia.
Lui un neonato pulito e profumato, che verrà fatto diventare un volgare carcerato tra ladroni.
Ladroni, miserabili, galeotti, o solo poveri, accolti per un giorno presso qualche tavola.
Intoccabili, potenti, signori del mondo, ma molto più sporchi dei pezzenti maleodoranti.
Famiglie che reclamano la loro terra, dopo un innominabile dolore, e famiglie che difendono le loro case, nel nome della stessa possibile tragedia.
Ecco il Natale.
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