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Praga, romanticismo e don giovanni

Da Postpopuli @PostPopuli

di Nicola Pucci

Praga, capitale romantica che fu cara al genio di Wolfgang Amadeus Mozart. Postpopuli e la penna del vostro scriba oggi si muoveranno con moderata agilità tra le sue vie che rimandano al periodo fulgido in cui la città fu teatro di accadimenti importanti.

PRAGA, ROMANTICISMO E DON GIOVANNI

Veduta di Praga: Cattedrale di San Vito e Ponte Carlo – da www.turismo.it

Praga è memorabile, per quanto è bella e per l’armonia che trasmette. L’incontro con lei lascia senza parole, l’accoglienza del suo centro storico equivale ad un salto nel Settecento, epoca in cui il suo richiamo non aveva eguali tra le altre capitali europee. Il grande salisburghese qui abitò nella bella villa della Bertramka, iniziando la scrittura del Don Giovanni, capolavoro tra i tanti del suo incomparabile talento di compositore. Ecco perchè, alloggiando non lontano, magari dalle parti della Piazza della Città Vecchia, il primo momento da non perdere è un appuntamento serale al Teatro Nazionale delle Marionette per una rappresentazione dell’opera buffa di Mozart più famosa. Magia e intimità, in questo piccolo teatrino dove siederemo su traballanti seggiole di legno ed applaudiremo i virtuosismi delle mani guantate del burattinaio, tra le sublimi note che infiammano Leporello e il suo padrone, gran seduttore.

C’è forse qualcosa di più romantico che passeggiare lungo gli argini del fiume di qui, la Moldava, magari fischiettando il motivo reso celebre da Smetana, vanto e gloria della città forse ancor più dell’altro artista ceco di fama mondiale, Dvorak? Non vi seduce l’idea di scavalcare il ponte più famoso delle terre boeme, il Ponte Carlo, con le sue 30 statue di santi – se strofinate la targa di bronzo della numero 15, San Giovanni Nepomuceno, la leggenda dice che prima o poi tornerete a Praga – a far da piantone ai prodigiosi pilastri di pietra e gli artisti di strada che musicheranno per voi il canone di Pachelbel? A me è successo, e vi assicuro che al sorgere del sole non potreste chieder di meglio.

PRAGA, ROMANTICISMO E DON GIOVANNI

Chiesa di Santa Maria di Tyn

Solo musica, domanderete? Nient’affatto. Anche tradizione e divertimento vanno a impreziosire il disegno di Praga che il vostro scriba sta provando ad illustrare ad uso e consumo del lettore. Piazza della Città Vecchia, tanto per gradire, con il grandioso monumento a Jan Hus e con la straordinaria imponenza gotica della Chiesa di Santa Maria di Tyn, che ruba l’occhio con le sue guglie che si librano verso le nuvole, e guarda dall’alto l’affrettarsi dell’uomo verso l’angolo opposto della piazza. Qui si eleva il Municipio, con l’Orologio astronomico che si compone di due quadranti – uno con l’ora e la posizione della Luna e del Sole, l’altro con i dodici mesi dell’anno – e del curioso “Corteo degli Apostoli“, che al rintocco dell’ora si mettono meccanicamente in moto e catturano gli scatti fotografici della moltitudine di curiosi che si assiepano sotto la torre. Fidatevi, nessuno mancherà all’appuntamento, quindi se volete occupare un buon punto d’osservazione muovetevi per tempo.

PRAGA, ROMANTICISMO E DON GIOVANNI

Piazza Venceslao – da www.alexauronzo.altervista.org

Se non avete troppo desiderio di unirvi ai turisti globalizzati che siedono ai tavoli della piazza che più di ogni altra rappresenta il cuore ed anche il polmone di Praga, fate qualche metro e dirigetevi nel viale in contropendenza che ricorda pagine di storia scritte di recente: Venceslao, che conobbe i moti rivoluzionari del 1848; che vide lo studente Jan Palach incendiarsi nell’illusione, sepolta, che produssero nel 1969 le giornate della Primavera di Praga; che battezzò nel novembre 1989 la fine del comunismo attraverso le parole di Dubcek e Havel. Qui, dove il passato torna ad aggredire la memoria, mangerete panini e salsiccia osservando il via-vai giovanile che vive il presente e volge lo sguardo al futuro con rinnovata fiducia. Sorseggerete birra, di eccellente qualità, perchè da queste parti se ne producono delle migliori, bevendone boccali generosamente colmi fino all’inverosimile e pure costosi da U Fleku, in un’atmosfera festosa e casereccia dove può darsi vi venga chiesto di ballare e cantare: non vi sottraete, alleggerisce il gargarozzo.

L’anima conosce vibrazioni importanti, camminando per le acciottolate stradine che dal castello scendono a Malá Strana. Non può mancare quassù una visita alla Cattedrale di San Vito e al Vicolo dell’oro, pittoresco rione che fu dimora degli orafi e della verve paranoica e angosciante dell’immenso Franz Kafka, così come del genio poetico di Jaroslav Seifert. Già, Kafka, l’uomo di Praga, e solo andando a cercar traccia di lui saremo ammessi tra i praghesi d’adozione. Ecco allora la casa natale, in Staré Město, dove venne alla luce il 3 luglio 1883; il Cafè Louvre, Národní 22, elegante nella sua classicità, luogo d’incontro con l’amico Max Brod; il Museo che porta il suo nome in Malá Strana; la statua celebrativa in bronzo, all’ingresso del quartiere ebraico; la tomba nel cimitero di Zizkov.

E qui anticipo l’altra visita che accende la memoria e si fa largo nelle segrete stanze dell’anima: il Quartiere ebraico, con il Museo, la Sinagoga Staronová, soprattutto il vecchio Cimitero, il più antico d’Europa tra i cui sepolcri giace Rabbi Löw e si aggira lo spettro del Golem, il colosso di argilla che la leggenda vuole posto a difesa della comunità ebraica.

PRAGA, ROMANTICISMO E DON GIOVANNI

La Casa Danzante – da www.praga.be

Mi accorgo di aver esaurito tempo e spazio a disposizione … ed allora, pillole praghesi. Ammirate Alfons Mucha, il cartellonista art nouveau che personalmente adoro; cercate le provocatorie ma spiritose opere d’arte di Cerny che spuntano un po’ dappertutto; raccoglietevi in preghiera al cospetto della piccola statua di cera del Bambino Gesù, nella Chiesa della Vergine Maria Vittoriosa; sbigottitevi dall’alto di una Tour Eiffel in formato ridotto che spunta dagli alberi del parco Petrin ed offre un’impareggiabile sky-view sui tetti, le guglie e le cupole di Praga; sorridete al tocco di modernità offerto dalla Casa Danzante, sul lungofiume.

Quanta grazia, Praga! A proposito, conoscete la storia di Mendelssohn sul tetto? Vabbè, dai, mica posso raccontavi tutto …

 


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