Andando ancor più in profondità, l’Italia ammirata ieri non ha fatto impressione per l’attacco o per la difesa, ma per la nascita e la costruzione della manovra. Montolivo e Pirlo parlano la stessa lingua in quanto a passaggio, ma il fatto che siano protetti da De Rossi implica un miglioramento anche percentuale del numero di appoggi giusti che riescono a fare. Il doppio play è una carta degna della migliore Spagna e crea una serenità encomiabile anche ai calciatori che stanno nel reparto avanzato. Diverso il discorso (e furbo assai) che riguarda il Principino Marchisio che è ufficialmente il centrocampista italiano che meglio si infila nello spazio per andare alla conclusione. In fase difensiva, infatti, lo juventino ha rappresentato una forza in grado di annebbiare le idee dei costruttori di gioco messicani e in fase d’attacco ha fatto l’uomo che si butta dentro e crea sempre un problema alla difesa che gli sta di fronte. Di conseguenza è diventato oro il suo movimento perché ha liberato nell’azione Balotelli.
Se Prandelli ha fatto questa mossa, viene da pensare che l’Italia non prescinderà dai suoi quattro assi lungo tutto il corso della manifestazione e che nei prossimi mesi Prandelli avrà modo di inserire altri tasselli nel mosaico come Verratti di cui già si parla in questa chiave. Il resto lo dovrà fare la coscienza della squadra: con quel centrocampo può vincere tutto. Il resto deve farlo Balotelli.