Considerando che prendo l'influenza ogni decade (il mio medico di base non ricordava di avermi mai fatto un certificato, e mi conosce da circa 7 anni), c'è da dire che quando la prendo faccio le cose per bene.
Tant'è.
Settimana da dimenticare, ne esco tutta acciaccata.
Non tutti i mali vengono per nuocere, comunque.
Oggi, finalmente, ho avuto l'occasione di pranzare con la nostra santa Ofelia, tata di tutta la famiglia.
Ci siamo messe a tavola, davanti a un bel piatto di pasta al sugo con olive e ce la siamo chiacchierata un po', mentre Cigolino dormiva.
Esercizio utile e, naturalmente, piacevole.
Confrontarsi con chi ha i nostri bimbi tutti i giorni è necessario, di tanto in tanto.
Prima di tutto perchè i bambini crescono e cambiano, di conseguenza cambia il nostro modo verso di loro. Cigolino è all'inizio della fase "faccio tutto io". Che è bellissima, ma anche complicata. Ogni insuccesso, frequente, è un capriccio. Ogni successo, al contrario, uno scroscio di auto applausi a cui, chiaro, devono accordarsi anche i nostri. Capire come gestire il capriccio è importante, per non generare confusione su ciò che si può e ciò che non si può fare. Senza essercelo comunicato prima, adottiamo, la tata e io, la stessa tecnica: lasciar correre, non dare retta, i due minuti di furia si scaricano da sè.
Allineate anche sul lasciar sperimentare, non dire sempre no, fermo restando che prendere a scarpate la TV non è un esperimento e cose così.
Ho scoperto che Cigolino è molto più autonomo quando sta con lei: mi raccontava di mattinate passate a giocare tranquillo per i fatti suoi, cosa rara se è in nostra compagnia. Me l'aspettavo, in fondo i genitori pagano sempre pegno per l'assenza. Stessa cosa per il cibo: con lei (e oggi l'ho visto) mangia tranquillo, senza ribaltare piatti o sentirsi sazio al secondo boccone.
Lo ammetto, un po' mi scoccia. Il fatto è che lei riesce a trasmettere il messaggio che mangiare non è un'opzione, che si mangia e basta. Cosa che io non sono mai riuscita a fare. Sul suo cibo sono lunatica, poco serena e va da sè che Cigolino sa che con me ce l'ha vinta, se una cosa non gli va.
Mi consolo pensando che ha sempre pranzi ben fatti, che mangia tutto, che fa anche merenda: una cena rincorsa e tormentata non minerà il suo equilibrio.
Le ho chiesto anche che tipo è Cigolino. Non per indagare se lei lo conosce bene, ma, al contrario, se lo conosciamo bene noi. Il ritratto che mi ha fatto è proprio quello del bambino che non vedo l'ora di riabbracciare ogni sera. Mi sono sentita meglio, mi sono sentita presente. Ogni tanto avere conferma che nel tuo piccolo stai facendo bene, aiuta.
Apprezzo molto in lei il sapersi rendere invisibile quando siamo insieme: non si sostituisce, non invade, non insegna. C'è, ma sa, con molta sensibilità, che ci sono prima i genitori.
E' importante che il bambino non confonda le due figure: delegare troppo, lasciar fare, rischia di farci perdere terreno e di renderci figure confuse agli occhi di nostro figlio. Vale per le tate, vale (anche di più) per i nonni.
Insomma, è stato un confronto positivo.
Ero poi di così buon umore che ho fatto una torta. Cioè, torta è una parola grossa.
Io però non cucino mai dolci.
Da un'iniziativa così rivoluzionaria, mi aspetto cambiamenti epocali e positivi.
E' come se avessi modificato il mio destino. Tanto per rendere l'idea della mia famigliarità con le torte.
Buon fine settimana :)