Magazine Cucina
Natale è ormai un ricordo lontano, seppur abbiamo ancora qualcosa da scrivere al riguardo, almeno per quanto concerne me e Federica.
Siamo ancora a Milano -metaforicamente- e più precisamente al 24 Dicembre.
E' la vigilia di Natale. Decidiamo di andare a fare un giro nella grigia e piovosa città, sia alla ricerca di regali last minute (non siamo così masochiste: è che in aereo non abbiamo potuto praticamente portare nulla a causa delle minuscole dimensioni dei bagagli a mano) e sia per accontentare la passione per lo shopping di Federica.
La pioggia non ci è d'aiuto ed il freddo è così pungente che è davvero un piacere -per una volta- arenarsi nei negozi e curiosare tra i vestiti, seppur talvolta non siano proprio di tuo gradimento.
Ad ogni modo, esausti per il freddo e per la lunga camminata sotto la pioggia, decidiamo di andare finalmente a pranzare da qualche parte.
Qualche tempo fa ricordavo di aver mangiato wurstel e crauti in una vietta che incrocia Corso Vittorio Emanuele II, il corso dello shopping per antonomasia e volevo tornarci di nuovo perchè il posto mi era piaciuto molto.
Forse non l'ho trovato o forse non ricordavo esattamente la sua ubicazione o forse non vi è più. Sta di fatto che la fame incalzava ed intorno al Duomo si, ci sono tanti bei localini, ma alcuni di questi davvero troppo costosi, mentre alcuni troppo turistici.
Volevamo provare qualcosa di autentico e caratteristico, ma non abbiamo avuto modo di vedere oltre, anche a causa della pioggia. Così poco più in là, abbiamo scorso il Brek, la catena di ristoranti self service.
Non proprio ciò che cercavamo ma, non abbiamo avuto scelta.
Ci siamo soffermati un istante fuori a visionare il menù del giorno: essendo la vigilia di Natale, volevamo essere certi che ci fosse almeno una portata di pesce o una alternativa alla carne. Sul menù non abbiamo trovato nulla di tutto ciò (se non i primi piatti), ma siamo entrati lo stesso per sincerarcene.
Un consiglio: se sul menù del giorno sono indicati determinati piatti, all'interno non troverete altro che quelli.
Ormai all'interno, decidiamo alla bella e meglio di pranzare, ma la scelta è davvero ardua. La lasagna con zucca e salsiccisa (che adoro!) è da scartare, così come i fusilli alla boscagliola. Restano le orecchiette al pesto e peperoncino, con una fortissima dose di aglio del quale mi accorgo -ahimè- troppo tardi. Lascio spolverare così abbondantemente di parmigiano, in modo da attenuare il sapore dell'aglio.
Sui secondi la questione si fa ancora più tragica: vediamo solo hamburger, bistecche e pollo alla griglia. Non vi è neanche una scatoletta di tonno o una mozzarella. Siamo così costretti a ripiegare sulle verdure, mescolando insalata, mais, pomodorini e poco altro ancora. Condiamo tutto con patatine fritte e ci dirigiamo verso la cassa.
Notiamo che il ristorante ha anche una sala inferiore, così decidiamo di scendere. La sala sottostante è gigantesca! Ci sono numerosi tavoli e posti a sedere che la sala sembra quasi vuota.
Ci sediamo a degustare il nostro pranzo, quando ci accorgiamo di non avere preso il ketchup per le patatine fritte. Dapprima do uno sguardo in sala, ma oltre l'olio, l'aceto, il sale ed il limone, non vedo altro.
Con il mio piattino di patatine fritte mi dirigo verso il piano superiore, ma neanche qui trovo il dosatore. Chiedo a una commessa che mi dice che il ketchup è oltre le casse e per averlo avrei dovuto uscire fuori dall'area ristoro. Così ci rinuncio, tornando verso una Federica non del tutto comprensiva.
Mangiamo alla svelta ironizzando un pò sulla sfortuna e forse sull'errata scelta della meta. Ma d'altronde, cosa puoi fare quando ti trovi in una città che conosci a malapena gastronomicamente parlando?
In quel momento mi sono così immedesimata nei tantissimi turisti che visitano le nostre città, a volte approdano nei fast food perchè sono più facilmente rintracciabili quasi ovunque, consci anche del cibo che vi possono trovare e persino tenendo sotto controllo la spesa.
Ecco un altro motivo che mi spinge a perseguire nel progetto delle Lunch Girls: avere consigli su dove mangiare è davvero prezioso, specie se ci si trova per poco tempo in un luogo che non si conosce.
Andare a colpo sicuro è un risparmio sia in temini di denaro e tempo e un sollievo per il vostro palato.
Ad ogni modo, la catena Brek è ideale per coloro che lavorano in centro o vi passano velocemente per il pranzo, con un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Per noi, che siamo alla ricerca sempre di qualcosa di nuovo e gustoso, avremmo però gradito altro.
Dovremmo cercare meglio, ma forse allontanandosi dalla zona Duomo, sicuramente dietro un angolo dove non abbiamo guardato, c'è qualcosa che fa al nostro palato.
Ecco le nostre votazioni:
Sara 2/5 Forchette:
"Il cibo è nella norma, ma la mancanza di alternative alla carne incide notevolmente sulla mia votazione. Negativo anche per la disposizione del distributore di ketchup, davvero scomodo per coloro che decidono di mangiare nella sala sottostante. La nota positiva è dovuta alla grandezza della sala al piano inferiore: comoda, rustica ed ariosa.".
Federica 2/5 Forchette:
"Scarsa scelta nel menù pre natalizio e troppo aglio cosparso nelle orecchiette di Sara che mi ha provocato mal di testa."
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