a destra Giorgio Silli con Alessandro Cattaneo
Alessandro Biafora e
Federica Di Benedetto
PRATO. Sono giovani, tutti under 40, con la passione per la
politica, sono i professionisti 2.0
impegnati con
Alessandro Cattaneo nel progetto di rilancio di Forza
Italia.
Dopo Nicolò Bufalini l'énfant
prodige di Roma, tra i più vicini a Cattaneo c'è
Giorgio Silli, consigliere
comunale a
Prato, coordinatore provinciale di Forza Italia e grande amico
dell'ex sindaco di Pavia.
“Abbiamo tutti una storia simile – esordisce così Giorgio Silli, uno degli
amministratori testa e cuore che stanno lavorando a stretto contatto con
Cattaneo - io nasco politicamente in Forza
Italia 10 anni fa, nel 2009 vinco a Prato e sono il primo degli eletti in una
città di 220 mila abitanti, dove divento assessore all'immigrazione. Nel 2010
alle Governiadi di Bolsena, una due giorni di incontri dedicati alla politica,
ho conosciuto Alessandro Cattaneo ed è nata da subito una bella intesa e col
tempo un'amicizia di famiglia. Dopo qualche mese insieme ad un altro giovane di
Forza Italia Andrea Di Sorte decidemmo di impegnarci in prima persona per
aiutare il nostro partito in un momento
tragico, perché se oggi siamo ai minimi storici, in realtà la discesa è iniziata tre anni fa”.
Stessi ideali, grande passione per la politica portano quel gruppo di
giovani a sfidare il sistema ma anche se
stessi: “Il rischio di essere allontanati dal partito non ha frenato la nostra
volontà di esserci – prosegue Silli – superato una certa diffidenza iniziale
con cui venivamo accolti nei salotti politici; devo dire che Alessandro è
riuscito a diventare vicepresidente di Anci e a conoscere le persone che
contavano a Roma, in parallelo ha avuto una squadra forte e coesa, quello che
io chiamo il cerchio magico, ovvero il
gruppo ristretto della prima ora che non è mai mancato”.
Chi sono dunque i ragazzi del rilancio, quei giovani del
cerchio magico legati da ideali politici e da una profonda amicizia, più forte
delle spaccature interne al partito e della crisi? Giorgio Silli con orgoglio snocciola nomi e obiettivi: “Siamo
una decina di persone, tutti professionisti, impegnati a costruire una rete importante, capillare
sul territorio perché il nostro partito per conoscere il polso della situazione
non si misura come molti altri con
conferenze o primarie, noi abbiamo bisogno di un confronto diretto con
la gente, quindi sul territorio, ed è per questo che da tempo giriamo l'Italia,
ancor prima del tour ufficiale partito la scorsa estate con la benedizione
assoluta delle massime autorità del partito”.
In pochi mesi i ragazzi di Forza Italia da nord a sud hanno lavorato
per la raccolta firme: “Siamo stati tra i pochi, anzi pochissimi a raccogliere
circa 20mila firme regolari che abbiamo consegnate al partito – racconta con
orgoglio Silli – poi non se ne fece nulla per le primarie ma questo destò
stupore ai vertici perché voleva dire avere una rete importante. Oggi abbiamo
un database con decine di migliaia di persone che vogliono avvicinarsi a
Cattaneo e quindi al partito, il nostro scopo è di riuscire a cambiare
qualcosa, in meglio naturalmente ”.
Hanno le idee chiare, nomi più o meno conosciuti sul
territorio e una rete che copre ogni regione italiana, il tutto con il
beneplacito di Berlusconi:
“Abbiamo
Mariachiara Fornasari consigliere comunale a
Brescia,
Federica Di Benedetto di Lecce candidata alle Europee ha ottenuto 20
mila preferenze,
Mauro Datis ex vicesindaco di Brindisi,
Alessandro Biafora, figlio d'arte, il padre
fu senatore democristiano, che oggi sta battendo tutta la
Calabria per
ricostruire il consenso popolare. Del gruppo fa parte anche
Armando Coppola presidente
di un quartiere di oltre 100 mila
abitanti del Comune di Napoli,
Andrea Di Sorte assessore a Bolsena ed ex
Presidente Anci giovane,
Andrea Borgati di Mantova,
Nicolò Bufalini
ragazzo prodigio di Roma,
Andrea Tronzano di
Torino ed
Everest Bertoli
capogruppo al comune di
Trieste. Siamo
riusciti a coprire tutte le regioni, le provincie e i comuni con una rete fitta
e capillare – prosegue il consigliere comunale di Prato, fedelissimo di
Cattaneo - è una rete che risponde bene
perché quando c'è necessità di lavorare, tutti si fanno in quattro. Siamo tutti
“under 40”, chi ha già avuto esperienze
amministrative o politiche di un certo livello è sopra i 35 anni, gli altri
addirittura sotto, abbiamo incarichi importanti e a livello istituzionale e a
livello di partito, c'è chi è coordinatore provinciale, chi comunale o fa parte
della segreteria nazionale o dell'ufficio di presidenza, quindi una grande
fatica e un impegno notevole, ma devo dire che oggi siamo un bel gruppo coeso
ed avere nel gruppo amministratori locali, sindaci, consiglieri ed assessori
equivale ad avere un consenso molto esteso in caso di elezioni”.
I vertici lo sanno ed infatti Berlusconi, dopo aver dato
l'incarico a Toti e Cattaneo di scovare nuovi talenti sul territorio, segue i
ragazzi con occhio attento “Con Berlusconi abbiamo un rapporto ottimo, lui ha
scelto e incoraggiato Alessandro nel fare questa selezione – spiega Silli - poi
Berlusconi fa bene a dare la possibilità di lavorare e di volare a chi può e
vuole veramente volare, poi sarà lui e i vari coordinatori nazionali a decidere
il nostro valore”.
Nel frattempo le nuove leve del partito percorrono l'Italia da nord a sud con un tour al quale, di
settimana in settimana, si aggiungono tappe e appuntamenti, il tutto a ritmo
vertiginoso mettendo in luce resistenza e organizzazione: “Il lavoro da fare è
estenuante, cerchiamo di accorpare 3 o 4 incontri nella stessa zona, ad esempio
questa settimana avremo Pisa, Prato e Montecatini, in più io sono un
imprenditore tessile, ho uno studio professionale di verifiche industriali
oltre ad un incarico nazionale nel partito e sono il segretario provinciale del
partito a Prato, l'impegno è tanto ma crediamo che il ferra debba essere
battuto quando è caldo e ora il ferro è incandescente e non vorremmo farlo
freddare”.
Tanti i temi di confronto e di dibattito durante gli
incontri con gli amministratori locali e i cittadini, lavoro, tasse, spesa
pubblica ma anche immigrazione, tema che fa discutere, che divide e che sembra
essere una delle questioni più spinose per ipotizzare una nuova ala di
centrodestra compatta.
Silli nel ruolo di responsabile nazionale di Forza Italia
per l'immigrazione non ha dubbi al riguardo “Lla questione è semplice, noi crediamo che chi rischia di morire in
mare debba essere salvato, debba essere portato sulla terraferma e rifocillato.
A quel punto però noi crediamo che debba essere strappato l'accordo di Dublino
tra gli Stati europei, dove si dice che chi chiede l'asilo politico debba
ottenerlo nel luogo dove approda. Io faccio parte della commissione
immigrazione e qualche giorno fa a
Bruxelles ho esposto questa soluzione, o
l'Europa decide di spalmare al suo interno
gli emigranti e a quel punto non se ne accorgerebbe nessuno perché su
100 mila ne andrebbero 10 mila in ogni Paese europeo, quindi strappando
l'accordo attuale e riscrivendolo e, se
si vuole, si può fare, per aiutare l'Italia all'interno dell'Europa – commenta
Giorgio Silli – oppure come seconda soluzione sarebbe trovare un Paese
mediterraneo amico e a questo proposito mi viene in mente ad esempio la Tunisia
a cui Berlusconi aveva dato soldi e
anche barche per pattugliare le coste. In
questo caso si tratterebbe di dirottare una parte dei soldi che noi mettiamo a disposizione ai profughi,
40 euro a testa ovvero 4 milioni al giorno, a un governo amico, che dovrebbe
pattugliare le coste con le barche, che noi gli abbiamo regalato durante il
governo Berlusconi, salvare le persone che rischiano di affogare, e
indirizzarle in un campo profughi in Tunisia realizzato e mantenuto con i soldi
di Mare Nostrum. A quel punto si definirebbe a chi dare asilo politico e in
quale Paese indirizzarlo, se arrivasse in Italia rimarrebbe nel nostro Paese,
altrimenti raggiungerebbe lo Stato di destinazione senza transitare dall'Italia”.
E con estrema lucidità, Giorgio Silli analizza uno dei temi più caldi della politica italiana attuale.
“Alfano non ha capito, o fa finta di non capire: il problema
vero non è se io li salvo con navi italiane o spagnole o francesi, il problema è che questi
stranieri, una volta salvati, arrivano sulle coste italiane e vanno ad
alimentare il popolo di coloro che chiedono l'elemosina al semaforo”- prosegue Silli che in qualità di responsabile nazionale di Forza Italia per
l'immigrazione fa una ulteriore riflessione: “Il popolo italiano non è un popolo
cattivo, non vuole vedere sparare ai barconi, il popolo italiano vuole che i
bambini, le donne e gli uomini vengano salvati, possano circolare liberamente
in Europa e andare dappertutto. Se invece vogliamo, come si sente dire da
qualcuno, mandarli via, sparare a tutti, sappiamo non essere una soluzione che
noi possiamo condividere”.
Le idee sono chiare, il gruppo coeso, il futuro già
delineato,
“Siamo assolutamente impenetrabili da ogni tipo di screzio o di
tentativi di divisione; noi non siamo una corrente, siamo compatti ed uniti e
soprattutto non c'è all'interno del cerchio magico una corsa singola di uno
sull'altro a superarsi,
il nucleo è ancora quello iniziale. Siamo sicuri –
conclude Giorgio Silli – che anche anagraficamente tra 10 o 20 anni saremo
ancora a fare politica insieme con la rete nazionale che stiamo costruendo
possiamo essere il detonatore che fa scattare la reazione a catena per andare
contro Renzi. Nel nostro partito Berlusconi decide, lui sa che in noi ha una
grande risorsa, noi ci mettiamo a disposizione, lui deciderà cosa fare”.
a cura di Federica Bosco