Autori: Garth Ennis, Steve DillonOrigine: UK, USAAnno: 1997Editore: Vertigo/Magic Press
La trama (con parole mie): Jesse Custer è in viaggio con la fidanzata Tulip, diretto in Francia, dove l'organizzazione segreta del Graal tiene prigioniero il suo compare Cassidy, rapito perchè spacciatosi per lui. In realtà Starr, ufficiale ribelle del Graal, vuole Custer dalla sua parte per ribaltare l'ordine costituito dal Santo Padre dello stesso e guidare il nuovo ordine mondiale una volta che giungerà il giorno del giudizio. Peccato per lui che il buon Custer non abbia alcuna intenzione di stare alle regole, ed arrivi perfino ad abbandonare Tulip per viaggiare da solo verso la base segreta del Graal intenzionato a lottare se necessario fino alla morte per riportare a casa, a New York, il vecchio Cassidy.Quali incredibili casini e spargimenti di sangue causerà lo scontro, che vedrà coinvolte perfino le forze del Paradiso, di Dio stesso e del Santo degli Assassini?E ci sarà spazio per rivivere i ricordi di John Custer, padre di Jesse, e della nascita di Cass come vampiro?
Dedicare parte dell'estate a rileggere interamente la saga di Preacher è stata una delle decisioni più azzeccate e goduriose del mio passato recente, non posso negarlo.La riscoperta di Jesse Custer, Tulip, Cassidy e compagnia bella è stata un trionfo tanto quanto lo fu la prima volta, perfino quando, come nel caso de L'orgoglio d'America - terzo volume dedicato alle vicissitudini del nostro insolito predicatore - nel corso della prima metà del volume ho avuto l'impressione che, dopo la bomba gettata con Fino alla fine del mondo, il duo di spaccaculi più spaccaculi del Fumetto contemporaneo avesse deciso di riposarsi almeno in parte, sfornando chicche mitiche ma appartenenti più al divertissement che non alle pietre miliari: niente di più sbagliato.Perchè alle spalle il piacevole racconto legato ai giorni in Vietnam del padre di Jesse ed il divertentissimo primo faccia a faccia con il Graal e la progenie di Cristo accompagnata dall'Alto Padre, gli indomiti Garth e Steve inanellano una serie di pagine uniche per ironia, violenza, pulp, emozione e commozione che partono dalla momentanea resa dei conti con Starr, il Santo degli Assassini ed il già citato e terrificante boss del Graal per chiudere L'orgoglio d'America con un bellissimo racconto legato alle origini di Cassidy ed al suo arrivo negli States, condito dalla malinconia che, inevitabilmente, segna la figura del vampiro, benedetto e maledetto dal dono della vita eterna e costretto, in una misura o nell'altra, a vedere invecchiare e morire tutti i propri cari.Per un charachter come quello del succhiasangue irlandese, passionale, istintivo, cazzone ed assetato di vita - in tutti i sensi - un flashback come quello mostrato dagli inossidabili autori di questo Capolavoro del Fumetto equivale ad una confessione a cuore aperto nel pieno di una sbronza triste che rivela il cuore romantico anche del più "bestiale" dei figli di puttana: ed è assolutamente bello, quasi si potesse contare anche noi su un proprio Cass, o un Jesse Custer, stare in cima all'Empire State Building ripensando ai tempi che furono, e guardando al futuro sapendo che ci sarà sempre qualcuno pronto a coprirci le spalle e pararci il culo, forte di quei legami di amicizia che sono quasi più rari delle storie d'amore.Ma dato che non voglio far passare questo come un post nostalgico e sentimentale - in fondo, parliamo sempre di cowboys dediti al sesso ed al Jack Daniels -, vi garantisco che passaggi come il racconto a proposito della nascita di Genesis, l'entità che possiede e conferisce i suoi poteri a Custer, temuta perfino dall'Altissimo, l'irriverenza mostrata verso lo stesso e la religione in genere dagli autori per mano dei loro protagonisti e l'incredibile sarabanda di morti, sesso più o meno estremo, depravazioni varie e passaggi che farebbero apparire Tarantino uno scolaretto sono una vera e propria pacchia per chiunque mantenga la mente abbastanza aperta ed allenata ad un regime di alcool e droghe lebowskiano, e forse anche per chi, con tutto questo, pensa di non c'entrare nulla.Perchè Preacher, con tutte le sue volgarità, gli eccessi, il viaggiare ben oltre il Confine, è talmente umano da sentirlo non sulla, ma sotto la pelle, e non esiste persona dotata di passione, voglia di vivere e gridare, scopare e godersela, lottare fino all'ultimo respiro, che possa non amarlo incondizionatamente.Perchè Preacher è il nostro cervello rettile, la nostra pancia, il nostro sesso, le lacrime, il sangue, il sudore e tutto quello che può far urlare come se non avessimo avuto mai così tanta voce e libertà da esprimere.E cazzo, quanto lo amo.
MrFord
"And love don't play any games with me
anymore like she did before
the world won't wait, so I better shake
that thing right out there through the door
hell, I still love you, New York."Ryan Adams - "New York, New York" -
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