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Preadolescenti sotto l’ombrellone: tra cruciverba e anoressia

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Sotto l’ombrellone vicino al nostro stanno chiacchierando due amichette, una di prima una di quarta elementare- sì, in effetti, gli ombrelloni sono un po’ troppo vicini ma la spiaggetta non consente altrimenti, per questo appena possibile ci rifugiamo sulla terrazza.

Il panorama è splendido, tanti bambini si conoscono, alcuni raccolgono sassi colorati sulla riva, altri cercano granchi sugli scogli. Ma nel caldo del dopo pranzo, le due amichette preferiscono restare all’ombra e parlare tra loro, tenendo in mano, per compagnia, un lapis e una rivista di cruciverba per piccoli.

Cerco di leggere, ma vengo distratta dalle loro parole: “Tu si che sei alta!” “Si un po’.. Ma allora Lisa? Ha la mia età ed è già 1.65! E poi, lei è magrissima!”

Subisco lo shock di chi ha conosciuto l’anoressia di persona, ma aveva almeno l’alibi di essere adolescente. Queste bambine non fanno un’adolescente nemmeno in due!

Quante volte cambierà il loro corpo? La più alta della mia classe delle elementari è rimasta a quell’altezza. Il più grasso dei miei compagni delle medie alle superiori aveva già distribuito lo stesso peso sul doppio dell’altezza. Questo sembra che nessuno lo abbia detto alle due bimbe, che hanno nel tono la definitezza e lo sgomento dei discorsi di certi adulti rassegnati. E con questo tono continuano, finché non passa il nonno della più piccola e le porta a fare una passeggiata verso il moletto.

Poco dopo le mie letture si interrompono di nuovo quando sento due dei loro genitori fare più o meno gli stessi discorsi: “Lei è fatta bene… Sarà alta e più magra l’una, più bassa l’altra…”

Insieme ai discorsi sui cellulari, le tariffe e il numero di amici sui Social, questi sono i discorsi da ombrellone che più mi danno da pensare. Qui c’è un panorama mozzafiato, profumo di macchia mediterranea, impronte bianche di sale sulla pelle… Eppure i discorsi da ombrellone sono colonizzati dalle stesse aride scene dell’apparire come qualcuno dice sia giusto apparire. Mi sembrerebbe più proficuo, invece, ricevere stimoli e leggere discussioni su come potremmo voler essere. Come persone, intendo, non ‘di persona’.

Il ruolo dei media e della società in genere sui disturbi alimentari è ormai noto. Non si parla abbastanza, invece, secondo me, di quanto con i nostri discorsi rafforziamo quotidianamente, quasi senza rendecerne conto, queste tematiche. A volte contraddicendo, con queste pratiche e usi, anche le nostre convinzioni e gli insegnamenti che diamo in modo più esplicito.

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