Sono le 8:57 UTC del 24 marzo 2015: un velivolo della compagnia low cost Germanwings, appartenente alla Lufthansa, decolla dallo scalo di Barcellona (Spagna), diretto a Düsseldorf, in Germania. Poco più di 40 minuti dopo, stando alla versione ufficiale, si perde il suo segnale radar e l’aereo impatta sulle Alpi francesi. I media riportano la notizia così:
"Precipita velivolo commerciale sulle Alpi francesi. I testimoni ‘Volava troppo basso’. L’aereo era decollato alle 10 di mattina. Fin dall’inizio, la rotta dell’Airbus A320 era ‘anomala’ rispetto alla norma dei voli Barcellona-Dusseldorf: lo scrive il sito specializzato nel monitoraggio voli aerei Flightradar24. L’aereo sarebbe salito a 38.000 piedi prima di scendere inspiegabilmente. A 6.800 piedi il segnale è stato perso".
Successivamente le informazioni che via via sono diffuse ridimensionano la questione relativa alla rotta, mentre si "aggiusta il tiro" sulla quota, non più definita "bassa". Compaiono i primi grafici che descrivono una discesa lenta e graduale che porta il velivolo da oltre 12.000 a 1.800 metri in circa 8 minuti (Alcune fonti parlano di 18 minuti).
Sul portale Dailymail si riferisce circa la presenza di due caccia intercettori che scortano il velivolo, prima che esso scompaia dietro le montagne, ma successivamente la notizia viene editata e le righe in questione sono espunte. Non si accennerà più ad unità militari nella zona.
Leggiamo insieme: "Testimoni hanno parlato di un boato come da esplosione di dinamite. Poi hanno visto dei caccia seguire il velivolo della Germanwing. Ciò fa supporre che l'aereo civile fosse in qualche modo scortato da aerei militari".
Inizialmente è esposto che la zona dove si è schiantato l'airbus della Germanwings è difficilmente raggiungibile e che saranno necessari giorni per raggiungere il luogo del disastro, ma le mappe satellitari mostrano l'esatto contrario. Infatti la cima di 2.600 metri interessata dall'incidente aereo è all'interno di una zona percorribile tramite vie di accesso con automezzi e nelle vicinanze sorgono due piccoli centri abitati.
Le autorità dichiarano che sarà arduo ritrovare le due scatole nere, poiché l'aereo "si è polverizzato". Poche ore dopo, però, le apparecchiature preposte alla registrazione delle voci di bordo ed al percorso seguito dall'A-320 fanno la loro comparsa. Il Procuratore francese, che coordina le indagini, dichiara che le scatole nere sono fortemente danneggiate e che sarà difficile recuperare informazioni. La mattina successiva sono, invece, già disponibili le foto del Flight recorder danneggiato e poche ore dopo il Procuratore afferma, in conferenza stampa, che la registrazione del volo è stata recuperata: il responsabile dell'"incidente" è il co-pilota, che intendeva uccidersi. Questione chiusa.
Che cosa, però, è successo veramente?
In questo caso, così come in altri, molte tessere non appaiono al loro posto e le contraddizioni sono numerose. Vediamo di elencarle in modo sintetico.
LA QUOTA - Il volo 9525 D-AIPX, secondo i dati (se attendibili) forniti da Flightradar 24 risultava ad un’altitudine inferiore rispetto a quella regolare, ma questo è noto. Sappiamo che gli aerei commerciali preposti alla diffusione di composti igroscopici ed elettroconduttivi (vulgo scie chimiche) in bassa atmosfera volano spesso su corridoi militari e quindi a quote inferiori rispetto a quelle dichiarate. Quindi l'impatto sulle Alpi francesi sembra essere una conferma di tale prassi: è chiaro che, se si incrocia a quote non sicure su determinate aree, l'incidente è più facile, in quanto eventuali manovre di emergenza non sono possibili.
LA ROTTA - Come ammesso dallo stesso portale meteoweb.eu, noto per essersi espresso in più occasioni a danno di chi scrive, il velivolo della Germanwings "percorreva un corridoio non diretto, ma che pareva piuttosto turistico".
LE COMUNICAZIONI CON LA TORRE - Stando a quanto riportato dalle autorità competenti, l'A-320 è scomparso dai radar pochi istanti prima della (presunta) collisione con le cime francesi. Inizialmente non si accenna all’interruzione di comunicazioni radio tra torre di controllo e piloti a bordo del velivolo commerciale. In tempi successivi, però, per giustificare la tesi ufficiale del "pilota kamiKaze", si asserisce che la torre ha perso ogni contatto con l'equipaggio, non appena il volo 9525 ha cominciato la discesa controllata e cioè 9 minuti prima della perdita del segnale sui radar. Questi tempi di buio implicano necessariamente l'intervento di caccia intercettori che dovrebbero raggiungere l'aereo civile e verificare "a vista" le condizioni dei piloti, quindi operare di conseguenza, ma nessun responsabile ha menzionato qualsivoglia operazione di "scramble".
LA SCATOLA NERA - Una sola delle due scatole nere è stata mostrata e cioè quella preposta alla registrazione dei dialoghi a bordo (in cabina di pilotaggio). Senza dubbio l'apparato risulta un vecchio modello, non più installato sui velivoli attuali, ma soprattutto mostra graffi e ruggine, come se fosse rimasta sotto le intemperie o in un ambiente umido per molto tempo. Il flight recorder non è quindi quello del volo 9525, ma con tutta probabilità è un pezzo recuperato da qualche magazzino ed usato allo scopo di ingannare il pubblico avido di chiarimenti.
LA TRACCIA AUDIO - Esiste già una traccia audio (ora rimossa), pubblicata sul portale You-tube e che è stato dichiarato essere la registrazione degli ultimi 60 secondi del volo 9525. Il file audio risulta essere frutto di manipolazione. Alcune parti di quelli che sono spacciati per i suoni in cabina sono ripetute più volte, mentre alla fine è circostanza anomala non udire il sistema di bordo richiamare il pilota con l'avviso "Pull up". E', infatti, lo strumento di prossimità al suolo che avvisa il pilota di tirare a sé la cloche o, come nel caso dell'A-320, il joystick.
IL PILOTA KAMIKAZE - Il Procuratore francese dichiara al mondo che la tragedia ha un responsabile: il co-pilota tedesco Andreas Lubitz. Inizialmente è dipinto un ritratto che non indicherebbe un aspirante suicida, ma con il passare delle ore viene corretto il tiro ed il profilo del povero capro espiatorio è sempre più fosco. E’ evidente come si stia operando a posteriori in modo tale da legittimare il più possibile la veridicità della versione ufficiale e che cioé il ventisettenne abbia voluto deliberatamente distruggere l'aereo ed uccidere sé stesso ed altre 149 persone tra equipaggio e passeggeri, poiché squilibrato. Bisogna chiedersi come sia possibile che il giovane potesse ancora volare, se quanto descritto dalle autorità e dai media è rispondente al vero. I colleghi del pilota, i dirigenti della Germanwings-Lufthansa tacciono. Intanto, però, è curioso che, a seguito dell'incidente sulle Alpi francesi, i piloti della Germanwings si rifiutino di volare. I motivi sono evidentemente da ricercare altrove. Che cosa sanno gli "addetti ai lavori" che noi non sappiamo? Forse sono preoccupati dei ripetuti e sempre più frequenti episodi di "fumo in cabina" legati alla sindrome aerotossica? Noi diremmo di sì.
Tornando al "suicida" Andreas Lubitz con 630 ore di volo all'attivo, un curriculum di tutto rispetto ed un riconoscimento F.A.A.. Egli approfitterebbe di un bisogno fisiologico del pilota per portare a termine quella che viene definita un'azione preordinata e deliberata. Bisogna domandarsi: come avrebbe agito, se il suo collega non si fosse recato alla toilette?
LA PORTA BLINDATA - Ci è stato “spiegato” che la porta blindata non ha permesso al Comandante di rientrare in cabina di pilotaggio, ma non ci è stato chiarito per quale motivo, pur avendo almeno otto (8) minuti per decidere sul da farsi, nessuno, compreso il Primo pilota, abbia usato il telefono satellitare, posto proprio a fianco della tastiera. Il telefono satellitare permette di comunicare con l’esterno ed in questo caso sarebbe stato possibile avvertire la torre di controllo di quanto stava avvenendo in quei drammatici frangenti. Otto minuti di silenzio? Inverosimile.
I PASSEGGERI - La versione ufficiale vede i viaggiatori rendersi conto del disastro imminente solo negli ultimi istanti. Come è possibile? Le autorità affermano che il Comandante ha cercato di scardinare (con un piede di porco) la porta di accesso alla cabina di pilotaggio. Questa è visibile da tutti i posti a sedere, dai primi sino a quelli posti in coda al velivolo. Per cui è plausibile che nessun passeggero abbia urlato o tentato di mettersi in contatto con amici e/o parenti tramite cellulare? A quella quota ed a quella velocità era probabilmente possibile riuscire ad agganciare qualche ponte UMTS a terra.
IL LUOGO DELL'IMPATTO - Nell'area del supposto schianto non si vedono oggetti più grandi di un paio di metri quadrati. Non si scorgono resti umani né bagagli o vestiti e, soprattutto, non si notano i rottami dei due turbofan che, essendo composti da parti in titanio ed altre leghe resistenti, dovrebbero essere assolutamente (quasi integri) nel sito del presunto impatto. La casistica indica che nel caso di collisioni, seppur violente, il piano di coda ed i motori restano indenni, nella loro struttura principale, ma a Barcellonette di queste parti non è stata trovata traccia!
CONCLUSIONE - LE NOSTRE IPOTESI - Non esiste una spiegazione univoca e certa, ma possiamo ipotizzare alcuni scenari.
In prima battuta, dato per stabilito che, come dimostrato da questo drammatico evento, gli aerei commerciali volano a quote più basse di quelle dichiarate, semplicemente per assolvere compiti di "geoingegneria clandestina", possiamo congetturare che a bordo del volo Barcellona-Düsseldorf della Germanwings si sia verificato l'ennesimo caso denominato in gergo "fumo in cabina". L'A-320 in questione era già stato coinvolto, in passato, in un episodio simile. In quel caso i due piloti, che avevano perso conoscenza, riuscirono in extremis a riprendere il controllo del velivolo, evitando una tragedia. Tuttavia i casi di "sindrome aerotossica" sono così frequenti che, sebbene le compagnie stiano ancora cercando di nascondere ai più il problema della contaminazione da gas neurotossici in cabina, sarà sempre più difficile occultare la verità. Infatti sono decine i piloti, il personale di bordo ed i passeggeri che si accingono ad intentare azioni legali, giacché è recente la pubblicazione del referto di un coroner che associa con assoluta certezza la morte di un giovane pilota con ripetuti episodi di "fumo in cabina".
E' il caso di ricordare che nel recente disastro aereo non è da sottovalutare la supposizione secondo cui i piloti, il personale di bordo ed i passeggeri siano rimasti incoscienti per minuti e questo giustificherebbe la dinamica occorsa. Ovviamente una verità come questa sarebbe deflagrante a livello di immagine ed il mercato dei voli civili subirebbe un crollo spaventoso. Anche le operazioni di aerosol clandestine, affidate alle compagnie commerciali, sarebbero in qualche modo compromesse. Per questo motivo è stata confezionata la storiella del pilota sucida alla quale tutti si sono omologati di buon grado. Un errore umano e la faccenda si chiude in fretta. Ciò giustificherebbe anche il silenzio dei dirigenti della Lufthansa che, a loro modo di vedere, preferiscono questo tipo di danno di immagine, piuttosto che dover rivedere la questione di fronte ad una vasta clientela. Gli utenti chiederebbero gli indennizzi per danni subìti a causa dei fumi tossici respirati in cabina passeggeri in questi ultimi 15 anni.
In ultimo... noi pensiamo che l'A-320 della Germanwings sia stato abbattuto ben prima di precipitare sulle cime francesi e ciò spiegherebbe perché delle parti più resistenti del velivolo non esiste alcun rottame. In seguito sarebbe stato ricreato ad hoc un teatro del disastro. E’ una ricostruzione superficiale (quella ufficiale), contraddittoria ed approssimativa, ma più che sufficiente per ingannare un popolino sempre più stupido.
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