La manovra economica del Governo ha riproposto il tema delle cosiddette “case fantasma”, con la regolarizzazione attraverso una sanatoria. Nel triennio 2007-2009, l’attività di foto-identificazione ha portato all’accatastamento di circa 530mila unità immobiliari urbane, cui corrisponde un incremento di rendita catastale di circa 257 milioni di euro. Sarebbero circa due milioni i fabbricati che in Italia sono sconosciuti al Catasto e ai comuni. L’uso del satellite si sta rivelando strategico, con il confronto – a distanza di tempo – delle immagini tele rilevate ad alta risoluzione. La situazione è in continua evoluzione e per questo deve essere rapida anche l’estrazione delle informazioni dai dati. Planetek Italia – società leader nella consulenza multi-disciplinare per lo sviluppo di Sistemi di Informazione Geografica (GIS) e di Osservazione della Terra (E.O.) orientati alla gestione del territorio – ha perciò realizzato PRECISO® Urban.
E’ un prodotto geo informativo per l’aggiornamento rapido della cartografia digitale. PRECISO® Urban è stato progettato per aiutare le Pubbliche Amministrazioni ad aggiornare il proprio livello di conoscenza sul territorio, e disporre così di una rappresentazione aggiornata dello stato dei luoghi. Può essere utilizzato per il monitoraggio della dinamica territoriale, per le attività di progettazione preliminare di opere e infrastrutture o a supporto delle attività di programmazione e pianificazione del territorio.

Con il satellite le case fantasma non sono più tali
PRECISO® Urban permette di analizzare e controllare l’evoluzione dell’urbanizzazione e degli spazi cittadini, svolge un ruolo importante sia come supporto alle decisioni e alla pianificazione territoriale, che nella gestione delle problematiche legate allo sviluppo corretto e sostenibile del territorio.
L’accuratezza di PRECISO® Urban può essere ulteriormente migliorata con l’integrazione di rilievi GPS di precisione effettuati sul territorio.
La scala di visualizzazione è compresa fra 1:1.000 e 1:2.000 delle immagini satellitari, per limitare l’errore di digitalizzazione (errore introdotto dall’operatore e dallo strumento di digitalizzazione adottato) entro una tolleranza di 2 metri.
