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Predatori di bambini: la vergogna del turismo sessuale

Creato il 02 maggio 2011 da Socialmediares

Comunicazione e trasporti sempre più veloci, moderne strutture turistiche, offerte destinate a ogni tipo di pubblico e per ogni budget, hanno fatto sì che il turismo dai paesi del Nord al Sud del mondo avesse, negli ultimi 25 anni, uno sviluppo esponenziale. Si tratta di un elemento economico fondamentale e di una fonte di reddito importantissima per tantissimi paesi ancora sottosviluppati. All’interno di questi paesi però, si annida un fenomeno drammatico, che sta contribuendo a distruggere sia l’immagine dei turisti, sia l’infanzia di milioni di bambini, costretti a soddisfare le sporche richieste di chi “viaggia” per loro. Stiamo parlando della piaga del turismo sessuale, un fenomeno cresciuto a dismisura e che, in alcuni paesi sta addirittura prendendo caratteristiche di massa. L’Asia, l’Est Europeo, l’America Latina e Meridionale sono tra le mete di questa nuova aberrante forma turistica, che fa spostare ogni anno milioni di persone in cerca di sesso a pagamento. Nuove forme di prostituzione quindi, unite alla globalizzazione mondiale, che, invece di aiutare i paesi più svantaggiati, aumenta in modo esponenziale il divario già esistente.

Per turismo sessuale non s’intende il fatto che uno straniero, durante una vacanza, abbia una relazione, anche a pagamento, con una donna adulta e libera di scegliere come usare il proprio corpo (si pensi ad Amsterdam, dove la prostituzione è legale). Il turismo sessuale è qualcosa di estremamente infimo e spregevole: ossia lo sfruttamento illegale della prostituzione, in cui il turista sessuale cerca delle “merci rare” che non si trovano nel suo paese d’origine, come i minori, bambini e bambine sotto i 18 anni d’età, oppure la possibilità di avere rapporti violenti o spesso brutali, fino all’omicidio, con donne, uomini, transessuali e bambini. È facile capire come in questi casi il turista non cerchi solamente sesso poco costoso lontano da casa, ma luoghi dove mettere in atto comportamenti criminali gravissimi e deplorevoli, garantendosi comunque l’impunità. Inoltre, in molti di questi paesi, si chiude un occhio perché, “quei” viaggiatori, portano denaro: naturalmente è ingenuo pensare che il turismo sessuale “faccia bene all’economia di quei paesi” poiché ogni quattrino, rimane nelle mani di un’èlite criminale che manovra questo vergognoso mercato, mentre il paese continua a rimanere povero, fermo, in difficoltà, sottomesso e sfruttato per scopi inammissibili. Inoltre, l’industria turistica, si è spesso attrezzata di strutture che solo apparentemente sono legali, ma che invece nascondono attività illecite, spesso legate alla criminalità organizzata, al traffico di droga, di armi, all’evasione fiscale, allo sfruttamento minorile e al traffico di esseri umani.

È la nuova prostituzione disposta dalla globalizzazione più riprovevole, che punta a sfruttare senza alcun rispetto, anche a costo di sacrificare esseri umani, bambini indifesi, coinvolti in violenze, abusi sessuali, pedofilia, pedopornografia. È cosi che l’uomo occidentale va in cerca di avventure a buon mercato, non impegnative né vincolanti, sia sotto il profilo emotivo che mentale, come l’invasore europeo, che si reca in nuove terre da conquistare per reperire e sfruttare schiavi, per poi gettarli via appena si parte per ritornare a casa.

Dalle stime recenti dell’Ecpat (End child prostitution pornography and trafficking), oggi sono 2,5 milioni i bambini e le bambine che nel mondo sono sfruttati sessualmente. Il 40% ha meno di 12 anni e il 75% sono femmine. Spesso sono venduti già da piccoli ai bordelli dagli stessi genitori in cambio di denaro, appena sufficiente per sfamare gli altri figli. Nelle case di Bangkok in Thailandia o di Fortaleza nel nord est del Brasile, si trovano drammaticamente bambini di tutte le età, anche di 4, 5 o 6 anni, che si possono “comprare” per pochi euro, andando così ad alimentare un business da 10 miliardi di dollari, che fa muovere un milione di persone all’anno con un’età media tra i 45 e i 55 anni.

Nella civilissima Europa ad esempio, si contano circa 300 mila baby prostitute/i che forniscono servizi con prezzi dai 10 ai 40 euro. Il mercato più ricco è quello dei paesi dell’est, dove i clienti, mariti, padri e nonni, sono francesi, tedeschi, svizzeri e, in percentuale maggiore, vergognosamente italiani. Per quando riguarda l’Asia invece, sono la Thailandia, la Cambogia e la Cina, i paesi in cima alla squallida classifica del turismo sessuale, per l’America si registra la triste ascesa del Brasile e in Africa, Kenya e Madagascar.

Oggi il turismo sessuale è punito da una legge italiana del 1998 che perseguita penalmente chi è denunciato di pedofilia all’estero, anche una volta tornato in Italia. Nel 2000 inoltre, è stato approvato un “Codice di Condotta” promosso dall’industria turistica italiana e sottoscritto dalla stragrande maggioranza degli operatori di viaggio. Il turismo sessuale oggi è una gravissima piaga del nostro tempo, ecco perché sono state lanciate tante campagne sociali per sensibilizzare il pubblico sul tema, sia da associazioni no profit, sia governative.

Nel 2008 il Governo Italiano ha promosso una campagna contro lo sfruttamento sessuale dei minori intitolata “E se

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fosse tuo figlio? Insieme per un turismo responsabile”. “In certi paradisi quello che vedono i bambini è un inferno. E se quel bambino fosse tuo figlio?” è lo slogan efficace e molto valido che sovrasta l’immagine degli occhi, alquanto tristi, di un bambino. La campagna è stata promossa dal sottosegretario con delega al turismo Michela Brambilla e ha come punti chiave sia l’informazione e la sensibilizzazione, sia l’acquisizione, da parte di tour operator e viaggiatori stessi, di un codice di condotta per il turismo responsabile. Gli operatori, con manifesti, spot, brochure, ecc da affiggere e mostrare in tutti i luoghi di transito, come ad esempio gli aeroporti, devono rendere reattivo e cosciente il viaggiatore sulla gravità del fenomeno. Con il “Codice Di Certificazione Del Turismo Responsabile” invece, si regolamentano le attività e i comportamenti di molti viaggiatori in modo concreto, ad esempio con clausole che l’agenzia deve stipulare con partner stranieri per non far incorrere il turista in situazioni poco consone, oppure obbliga a non usare manifesti pubblicitari vaghi, ma comunque riferiti allo sfruttamento sessuale, oppure impone alle strutture alberghiere di denunciare l’ingresso nelle stanze di minori, cosa che comunque vieta esplicitamente, a meno che non siano figli o assistiti. Tra gli obiettivi della campagna c’è altresì la divulgazione delle leggi italiane contro chi compie abusi sui minori, come il già citato articolo 5 della legge 269/98, che punisce chi organizza viaggi indirizzati al fine di fruire di prostituzione minorile con la reclusione dai sei ai 12 anni e con una multa fino ai 300 milioni di vecchie lire e chi compie reati di pedofilia e pedopornografia anche se l’illecito è commesso all’estero.

L’associazione “Stop Sexual Tourism” è da anni impegnata nella lotta contro il turismo sessuale e lo sfruttamento della

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prostituzione minorile cercando di documentare, sensibilizzare e denunciare questo gravissimo fenomeno. Essa cerca di avvicinarsi agli operatori turistici per promuovere l’eticità dei viaggi, il turismo sostenibile, la valorizzazione delle risorse locali, in associazione con organizzazioni e istituzioni anche per la costruzione di progetti d’aiuto, educazione e sviluppo. La campagna “L’altra Faccia Del Turismo” usa con un linguaggio semplice ma estremamente efficace per accusare e diffamare i “porci” che vanno in altri paesi per ottenere prestazioni sessuali con minorenni. L’immagine è d’impatto e fortemente incisiva vista la faccia del protagonista e la bambolina che tiene in mano. La scritta in sottoimpressione è riferita a tutti gli osservatori e recita sinteticamente, ma energicamente “fermiamoli”.

Altra campagna di “Stop Sexual Tourism” è quella riferita al Brasile, dove ogni anno si recano 500 mila turisti in cerca

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di sesso con minorenni, tra cui si contano tra i 70 mila e gli 80 mila italiani. La campagna si presenta in maniera forte e scioccante con la scritta “Vacanza in Brasile, alla scoperta del sesso degli angeli”. In questo manifesto c’è la volontà di far sentire il pedofilo come un vile perché si paragona la bambina ad un angelo, un essere puro, etereo e intoccabile, cosi come dovrebbero essere le bambine e i bambini che troppo spesso sono vittime innocenti di un abuso che va oltre l’umana concezione.

L’Ecpat (End child prostitution pornography and trafficking) lavora dal 1990 per trasformare i piccoli schiavi del sesso in bambini liberi di vivere la loro infanzia. L’associazione, presente in 70 paesi, combatte attivamente la pornografia, la prostituzione, la tratta, lo sfruttamento e il turismo sessuale. La sua è una mission precisa: porre fine alla prostituzione, alla pornografia minorile e al traffico di bambini per scopi sessuali. Per questo i suoi spot sono molto forti e puntano soprattutto a scoraggiare il turismo sessuale, come ad esempio il seguente, realizzato da Ecpac e Air France.

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Lo spot mostra immagini delle bambine, con il loro nome e la loro età, in varie situazioni ma sempre accompagnate da uomini occidentali, alla fine gli anni delle bambine si trasformano negli anni di carcere che sconteranno coloro che compiono atti di pedofilia. Altro spot è quello che fa parte della campagna “Viaggi da non fare” girato con immagini animate e realizzato dal regista Gabriel Zagni, autore di video musicali per Francesco De Gregori e Lucio Dalla, con il prezioso contributo di Arnoldo Foà che dà voce all’Ecpac, consigliando a tutti di non restare a guardare davanti al turismo sessuale a danno dei minori.

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Altro spot molto forte è quello che fu censurato in Italia, ritenuto troppo forte dalle nostre autority, ma che spiega benissimo il problema del turismo sessuale e lascia poco spazio all’immaginazione. Comincia con l’avvertimento che l’abuso sui minori non è un “peccatuccio”.

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Nelle immagini si vede un turista che, su una tipica spiaggia caraibica con tanto di palme e mare cristallino, spoglia, accarezza e tocca una bambola dalla fisionomia non occidentale. Lo spot è molto drammatico perché la bambina è equiparata alla bambola che non può ne difendersi ne reagire all’abuso che sta subendo. Le ultime frasi sono riferite al pedofilo stupratore e gli ricordano che la violenza sui minori non è soltanto una vergogna, ma è anche e soprattutto un crimine punito in tutto il mondo.

“Sempre più delinquenti sono arrestati sulla scena del crimine o nel loro paese d’origine”, è questo il messaggio di un altro spot di Ecpac France che punta ad “impaurire” i pedofili rendendo noto che anche nel loro paese d’appartenenza verranno processati, condannati e arrestati.

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Ecpac e Terre Des Hommes hanno realizzato insieme uno spot per la Germania che punta ad informare e sensibilizzare il pubblico, mettendo a confronto quelli che sono i giochi preferiti dai bambini, come i pastelli, il trenino, l’orsacchiotto e la bambola, ecc, con i giochi prediletti dai viaggiatori adulti, ossia Cinthia 11 anni, Suong 13 anni, Manolo 4 anni, Santhal 5 anni, ecc.

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Le didascalie finali avvertono poi che lo sfruttamento sessuale è perseguito in tutto il mondo e che si può fare qualcosa

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per sconfiggerlo, ma tocca soprattutto ai cittadini. Infatti, lo scopo di queste campagne, oltre ad informare e sensibilizzare è anche portare le persone a contribuire economicamente col sostegno dei bambini a distanza, come chiede ad esempio questa campagna Ecpacriferita ai bimbi Cambogiani. Infatti, anche un piccolo aiuto può far sì che il sorriso sui volti dei bambini resti tale, garantendogli l’accesso alla scuola e i controlli medici e assicurando alle famiglie ridotte al limite della povertà, il sostegno economico.

Ultimo spot dell’Ecpac indirizzato al pubblico italiano e non cosi edulcorato come spesso succede nel nostro paese, è quello che ritrae un marito e padre di famiglia in una camera d’hotel che si lamenta con la moglie oltreoceano della pesantezza degli asiatici, dicendo poi che andrà subito a letto per la stanchezza. Dalla moglie si fa passare la figlia cui dice di tornare tra due giorni. Al cambio d’inquadratura invece si vede di spalle una bambina della quale l’uomo italiano abuserà di lì a poco. Lo spot è molto efficace e indicativo perché fa davvero vedere quello che spesso gli uomini fanno in viaggi apparentemente “di lavoro” che altro non sono che deplorevoli viaggi della vergogna.

Alice Secchi



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