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E allora eccoci qua , a predicare bene e a razzolar male. Ma come, dico io, mi spertico a difendere il commercio al dettaglio, la grande suggestione delle piccole botteghe, il rapporto diretto con il vecchio besagnino o il barista Alfio e poi...
E poi mi ha fregato l'ingordigia di libri. Non l'amore per i libri, che è altra cosa. Mi ha fregato la voglia di aggiungere un altro titolo alla mia traboccante biblioteca. Ma che bisogno c'era? Che differenza faceva l'aspettare un paio di giorni in più? Non lo so, ma tant'è...
Sono passato per la seconda volta in una settimana dal mio libraio di fiducia. A dire il vero ci passo anche se non ho nessun libro in ordine. Ci passo per scambiare due chiacchiere o per attingere dalla sua inesauribile sapienza in capo editoriale. Ma quella volta volevo ardentemente avere tra le mani il libro che avevo ordinato - American Dust di Richard Brautigan -. Niente da fare, ripassa la settimana prossima, mi sono sentito ripetere.
Allora a casa, ho peccato di ingordigia. Ho visto il libro su un portale di vendita on line. L'ho visto lì, invitante, con tanto di recensione, sinapsi (il prezzo era addirittura più basso che in libreria). Tempo di consegna due giorni, comodamente a casa tua. E allora, click, l'ho fatto. Ho acquistato il libro per mezzo di un libraio virtuale, che non potrà consigliarmi la bravura di quello scrittore sconosciuto.
Con il mio gesto frettoloso penso di aver danneggiato il piccolo commercio locale. Di aver cancellato tutta quella suggestione che a me piace tanto.
Di questi tempi non sarà certo una colpa massima, ma pur sempre di colpa di tratta...
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