Io, oggi, vorrei dirvi che mi piacciono i piedi. Ma non pensatevi a male, nessun feticismo che i piedi a dire il vero son brutti, tozzi, lunghi, desueti, stanchi e molto goffi.
A me dei piedi piace l’andare a piedi. Mi piace la lentezza, anche la fatica e lo so che sono strana e non lo ripetete ridendo, che lo so. Mi piace metterne uno davanti all’altro. Ho provato a camminare mettendone uno di lato all’altro che mi pareva bislacco e divertente ma alla fine, vuoi vedere come, me ne sono stata due giorni ferma e me lo sono ripetuta da me che certe invenzioni se non le ha fatte prima qualcuno d’altro significa che forse non servono.
Camminare fa l’effetto di un gelato alla crema e torroncino: una delizia sincera.
Ma il treno, ora che ci penso, perché pensare mentre si pensa accende nuovi pensieri che cambiano i precedenti, dicevo il treno, mi piace assai di più.
-questa cosa di cambiare i pensieri è divertente, provatela da voi-
Ora dicevo del treno, dei binari, la fretta che non c’è, il vetro, i sedili, il biglietto, la gente, la ressa, la fretta, il mare, la galleria, le parole, le arance, le bombe, le stazioni, i baci, gli incontri, gli scontri, le notti.
Io, non so voi che non vi conosco come conosco me, io dicevo, quando salgo sul treno mi metto dalla parte del finestrino.
E sorrido.
Chiara