Preferisco Tore

Creato il 26 luglio 2011 da Alesan
Non volevo affrontare il discorso su Oslo e Utoya e quindi non saprei nemmeno bene da dove cominciare. Non volevo perché non mi sembrava un buon motivo per interrompere il silenzio delle parole di questo blog, il gettarsi sui fatti di sangue per cercare di dare spiegazioni o fare sociologia, o dibattiti o che ne so. Non volevo perché, a caldo, me la sarei presa con quelli prontissimi a giurare sull'integralismo islamico perché noi occidentali siamo comunque buoni a prescindere. Non volevo perché le borse crollano, più del 60% degli italiani temono la crisi e i suoi effetti e nel Belpaese si discute solo di nera. Più del 90% delle notizie su Studio Aperto negli ultimi tre mesi sono state di cronaca nera, lo leggevo ieri e pensavo di non voler essere come Studio Aperto, oltre a voler dissentire su quegli ultimi tre mesi. Perché quelli prima?
Detto questo ho preferito prendere la via di Valigia Blu, non ricordare l'assassino ma una sua giovane vittima, Tore Ekenland, piena di entusiasmo e speranza, gonfia di orgoglio e futuro. Una vita spezzata cui dedicare un piccolo spazio, una foto, per cancellare le parole di Vittorio Feltri sul mancato eroismo delle decine di norvegesi prese d'assalto, dal panico, dalla morte. Rambo Feltri si esercita nel dilettantismo da bar, ma lo fa strapagato da un giornale per sciorinare una tesi ridicola col suo solito atteggiamento autoreferenziale e da persona illuminata.
Preferisco una riflessione come quella di Michele Serra riportata, ad esempio, in questo blog, perché alla fine Feltri esprime un'opinione, assurda finché si vuole, un giudizio dato all'essere umano nei momenti di terrore e panico senza essersi mai davvero confrontati con tale terrore (quindi assolutamente fuori luogo, pretestuosa), ma il tutto si racchiude in una opinione. Serra, dal canto suo, resta più lucido e non si perde in ciance, ma pone l'obiettivo della strage norvegese al centro, ricordandoci quello che è: omicidio politico, terrorismo, ideologia barbara e senza freni. Per questo me ne frego delle parole di Feltri ma temo quelle di Borghezio che, invece, sono parole pesanti e che incutono timore. Perché ad alcuni forse sfugge che dietro queste ideologie, dietro queste parole, dietro questo disegno di Fortezza Europa, c'è l'idea di totalitarismo, c'è la dittatura. La dittatura populista e sfrenata del nazismo, della purezza della razza che, per salvaguardarsi, punisce le menti libere che non accettano le chiusure e i limiti alla libertà dell'uomo, anche quella di sbagliare, o incrimina altri in base a sesso, idee, religioni. Parole che non affrontano un problema e lo discutono, ma pongono le basi per lo schiacciamento delle coscienze, brandendo il crocifisso come una divina spada utile a tagliare le teste del nemico e sventolando il cristianesimo come ragione ultima dell'esistenza della ragione. Uno schieramento di poveracci occidentali che dovrebbe odiare e combattere il proprio speculare nato dall'altra parte del mediterraneo. Non basta dire che uno come Borghezio non fa testo, serve sbatterlo fuori dal Parlamento europeo. Isolarlo. E fermare le teste calde come lui prima di una nuova Utoya. Di una nuova Oklahoma City. Di una nuova stagione di Anni di piombo. Di una nuova ondata di idee che mettano la razza, il partito, il potere più o meno occulto ed il popolino, davanti alla vita e alla dignità di ognuno.
Per questo preferisco Tore.
“Tocca a noi giovani eredi della democrazia ispirata ai principi di giustizia sociale, tentare di rendere migliore il mondo contro ogni movimento ultranazionalista e razzista” Tore Ekenland


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